Cresce il vino negli Stati Uniti. E porta i colori italiani. Negli USA si importa e si consuma sempre più vino e le nostre qualità sono in prima fila. Record che si aggiungono uno all’altro, senza sosta: nel primo semestre di quest’anno infatti 125 milioni di litri di vino italiano imbottigliato sono entrati negli States. Un export record se si paragona anche ai concorrenti, che in primo luogo è la Francia, doppiata, mentre rispetto al vino argentino il nostro è stato, quantitativamente, quattro volte superiore. Un successo che in Italia, per quello appunto che riguarda le esportazioni, riguarda, soprattutto, per il 30%, tre province: Verona, Cuneo e Treviso. Infatti tra vini e spumanti è questo il triangolo d’oro italiano. Si tratta, per quello che concerne l’export totale, di un valore annuo di 2,3 miliardi di euro sui 7 complessivi.
Il Veneto è la prima regione con oltre 2 miliardi, seguita poi da Piemonte (1,4) e Lombardia (1 miliardo) quindi ancora la Toscana con 930 milioni. Il boom del vino italiano negli Stati Uniti, e nel mondo più in generale, nel 2015 ha raggiunto per l’export i 7,3 miliardi di euro con un saldo attivo di 5,8 miliardi con i vini che contribuiscono con 5,4 miliardi di esportazioni e 5 miliardi di quello che viene definito surplus commerciale. Infatti con il vino vengono anche compresi liquori, amari e aceti.
Secondo i dati forniti dalla Fondazione Edison l’Italia nel 2015, per ciò che concerne i saldi commerciali, ha conquistato un brillantissimo secondo posto, anche se sui vini in bottiglia, c’è ancora la Francia al comando con 5,1 miliardi, l’Italia seconda con 4,4. Una gara a due in quanto al terzo posto c’è la Spagna, ma con 1,8 miliardi. C’è poi anche un altro mercato, che fa gara a sè, ed è quello degli spumanti: qui è ancora la Francia a guidare con 3,1 miliardi, ma l’Italia cresce, anche se è ancora lontana essendo arrivata a 900 milioni. Terza sempre la Spagna, ma con meno della nostra metà, 400 milioni di euro. E andando a vedere i risultati ottenuti al mondo, i primi sei mesi di quest’anno con il nuovo boom in terra USA non è altro che la continuazione di un trend dal momento che gli States sono il nostro primo Paese per l’esportazione dei vini: si è passati infatti dai 883 milioni del 2014 ai 994 del 2015, con un incremento del 12,5%.
Gli Stati Uniti poi stanno crescendo anche per quello che riguarda gli spumanti: sono il secondo mercato italiano, dopo la Gran Bretagna, con 286 milioni di euro (erano 240 nel 2014, c’è stato un incremento del 18,8%). L’Italia, in assoluto, negli Stati Uniti rappresenta una bottiglia su ogni cinque importate, il che vuol dire un successo straordinario, che si inserisce in un trend che non ha eguali: perchè l’export dei nostri vini negli ultimi trent’anni ha toccato il +575%, percentuale che si riferisce all’incremento delle esportazioni. C’è anche un altro aspetto che diventa fondamentale e ricorda il perchè i vini italiani aumentano: il 66% delle bottiglie esportate infatti portano i segni della qualità e della garanzia, prodotti DOC, DOCG e IGT. E se la qualità è elevata, i consumi crescono. La conferma dagli Stati Uniti che, per rimanere al 2015, ha importato 1,3 miliardi di euro di vino italiano, un balzo del 13%, che ha permesso al mercato a stelle e strisce di salire al primo posto, superando la Germania, mentre la Gran Bretagna ha confermato la terza posizione. E se nell’ottobre dell’anno scorso la OIV, International Organisation of Wine, ha dichiarato che il primo produttore al mondo è l’Italia, superata la Francia, ecco che tutti gli altri risultati si sono tramutati quasi in una ovvia conseguenza. Intanto, se i primi sei mesi, come abbiamo visto, hanno proseguito negli Stati Uniti con il trend del 2015, in Italia c’è una regione in particolare pronta a confermarsi in prima linea: il Piemonte.
"Speriamo che il clima sia ancora favorevole – ha sottolineato Delia Revelli, presidente di Coldiretti Piemonte – la nostra regione detiene una superficie coltivabile di circa 43 mila ettari, e tutto ciò farà in modo che la produzione 2016 possa mantenere quegli altri standard di qualità che fanno sì che il nostro vino sia molto richiesto all’estero". E anche per il Piemonte c’è una destinazione sicura: gli Stati Uniti. "Il mercato USA – ha concluso Revelli – accoglie oltre il 30% del nostro export e l’anno scorso le nostre esportazioni, solo negli Stati Uniti, hanno toccato i 200 milioni di euro". Crescono gli Stati uniti, da est a ovest, e anche se la produzione interna ha fatto enormi progressi, si per la qualità che per la quantità di vino prodotto, l’Italia continua essere al top nelle scelte degli americani.
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