Un mese difficile per Macron e per Parigi, ogni settimana teatro di scontri, paralizzata da manifestazioni e scioperi. Il primo ministro era atteso oggi alla Sorbona per una conferenza sull’Unione Europea e per illustrare le sue proposte per la sicurezza, tra le quali quella di un esercito comune e di una procura europea anti-terrorismo.
Ha ribadito la volontà di creare una nuova Europa “unita e democratica”, affermando: “Non cederò nulla a chi promette odio, divisione, ripiegamento nazionale. La sicurezza è la prima delle condizioni per vivere insieme. Dobbiamo lottare contro l’insicurezza, contro il terrorismo sul web e i cyberattacchi”, proponendo inoltre di “accogliere, negli eserciti nazionali, militari di ogni altro Paese europeo”.
Per quanto riguarda l’emergenza migranti ha annunciato il suo impegno affinché “venga costituito un vero ufficio europeo dell’asilo per accelerare e armonizzare le nostre procedure”.
Nonostante la volontà del presidente di velocizzare il processo di integrazione e di rendere l’Europa “quello spazio in cui ogni studente dovrà parlare almeno due lingue europee entro il 2024”, i giovani non sono soddisfatti della sua politica.
La protesta studentesca andava oltre l’argomento del giorno e si è scagliata contro una politica indirizzata “troppo a destra” e “ capitalista”, come raccontano molti studenti della Sorbona: “quando lo abbiamo votato pensavamo fosse un uomo di sinistra, moderato, ma di sinistra! Una forza giovane che potesse rappresentarci. Molti di noi si sono ricreduti molto presto”.
Ma è la riforma del lavoro la vera protagonista della scena politica francese di questi ultimi mesi. Una riforma che sembra non piacere ai sindacati, i quali godono di ampio potere. È senza dubbio la più grande riforma delle leggi sul lavoro francesi mai tentata negli ultimi decenni, la quale prevede una serie di modifiche del codice del lavoro francese, un documento lungo circa 3.400 pagine di cui alcuni articoli sono vecchi di oltre un secolo.
L’esito di questa riforma per i sostenitori di Macron sarebbe una svolta epocale, quella svolta di cui la Francia ha bisogno.
I politici della sinistra e della destra moderata sostengono che la rigidità del mercato del lavoro francese si è trasformata negli ultimi anni in un ostacolo alla crescita economica e per questo motivo il settore deve essere riformato. Di contro c’è chi afferma che in questo modo si introdurrebbe un eccessivo grado di precarizzazione nella vita dei lavoratori francesi. Lo scopo della riforma è indebolire il potere contrattuale dei sindacati e rendere più semplici i licenziamenti e quindi, in teoria, le assunzioni.
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