"Ogni anno ci sono quattromila ingegneri in meno di quelli che servirebbero. Solo l’industria petrolifera è pronta ad assorbirne settemila. L’Argentina ha un grande spazio e gli italiani sono i benvenuti". Così parlò Mauricio Macri, il presidente dell’Argentina qualche mese fa. E non si è trattato soltanto di parole, anche se pesanti, si tratta di un progetto che Macri vuole portare avanti. E non c’è solo una richiesta di laureati italiani in ingegneria, ma esiste anche un altro programma, più ampio, che Macri vuole portare avanti e che confluisce nella voglia e determinazione di creare una ‘nuova Argentina’, che si basa su infrastrutture ed energia rinnovabile.
Per fare tutto ciò Macri vuole che in Argentina si parli di più la lingua italiana. Le difficoltà di comprensione, ed è solo un esempio, si sono evidenziate lo scorso ottobre con il cambio dirigenziale avvenuto a Edesur, l’azienda controllata da Enel Green Power. "Il progetto educativo di questa missione – ha spiegato Tomas Ferrari, ambasciatore argentino a Roma – ha a che vedere con la articolazione di una rete di scienziati, la cooperazione e la articolazione delle carriere di ingegneria in Italia e in Argentina e anche la creazione di almeno una ‘Cristoforo Colombo’, una scuola bilingue pubblica in ogni capitale di provincia, una maniera per promuovere la diffusione culturale".
Si tratta di un nuovo esempio dell’impulso che hanno avuto le relazioni italo-argentine dal giorno in cui Macri ha vinto le elezioni, dopo le visite dei capi di governo dei due Paesi e l’arricchimento delle relazioni commerciali, confermato dalla recente visita di imprenditori italiani in Argentina.
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