Il responso delle urne è eloquente, vincitori e vinti devono tener presente che con oltre il 40% il partito maggiore è quello degli astenuti e ad esso devono guardare e riflettere.
Il Pa (partito astenuti) è schifato dalla politica italiana e dal magna magna che essa alimenta e che si concretizza nel denaro che viene elargito in mille modi, dalle poltrone, sempre oggetto di caccia spietata e che spesso vengono anche aumentate per soddisfare le richieste, al clientelismo e via dicendo. Incolpare di questo andazzo solo qualche partito è riduttivo, tutti sono sulla stessa barca, basti pensare che la stragrande maggioranza dei partitini si è formata a seguito dei vari tradimenti di persone che hanno inteso la politica come caccia alla poltrona e come una opportunità per sbarcare il lunario.
Anche il m5s, che da anni predica trasparenza, l’anticasta e l’antitutto, con la bocciatura della responsabilità civile dei magistrati, avvenuta il 29/4 e con la secretazione da parte della Corte di Appello di Torino della condanna di Grillo, sembra che sia entrato di diritto nel circolo dello "scambio dei favori" e, forse, è per questo che è stato punito.
A questo triste scenario della politica dobbiamo però aggiungere altri due fattori di non lieve entità, anzi forse determinanti: la magistratura e Napolitano.
La magistratura purtroppo non riesce più a controllare una sua parte troppo politicizzata, che con il suo modo di fare unidirezionale si comporta peggio dei partiti, con l’aggravante di farlo in nome della legge. La sua arroganza è arrivata al punto di invadere la politica e di stabilire che i loro stipendi non devono essere decurtati. Napolitano forse è il maggior responsabile dell’attuale sfacelo in quanto, per i suoi trascorsi, che ha voluto tenere tenacemente sempre nascosti, non avrebbe dovuto, per coerenza e correttezza, nemmeno accettare la nomina a presidente, nomina che una volta avuta, non ha affatto onorato con l’imparzialità che essa comporta.
E’ stato sempre di parte, ha taciuto e fatto finta di non vedere la deviazione ed il modo di agire di alcuni magistrati se non, solo e quando, ne è stato vittima ed anche in tal caso non ha detto agli italiani quanto ad essi dovuto, cioè il contenuto della telefonata con Mancino.
Fatto più sconvolgente per uno stato democratico è che Napolitano ha taciuto anche sul chiacchiericcio del "complotto". Le uniche parole che la Presidenza ha pronunciato sul tale argomento sono state peggio del silenzio fin ad allora tenuto.
Assalito da un istante di insana lucidità mi viene da pensare che Napolitano, resosi conto del danno che ha fatto all’Italia, avverta la necessità ed il dovere di farsi da parte. Forse, accettando l’alto incarico, per l’emozione dimenticò che l’Italia è una Repubblica parlamentare e non uno stato totalitario tipo l’URSS da lui tanto sognata.
Mi auguro di cuore che Renzi, dopo aver fatto campagna elettorale a spese dei contribuenti, avendo coinvolto anche i ragazzi delle elementari e dato un contentino, anche se non a tutti i più bisognosi, mantenga almeno in parte un po’ di promesse fatte e dia al suo partito il carisma di un partito democratico; può fare questo soltanto escludendo completamente la magistratura dalla politica riconducendola, anche con l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati, entro i giusti confini. Soprattutto si impegni a rimediare ai danni che dal 2011 i governi hanno procurato all’economia. Ormai anche gli stolti dovrebbero aver capito che la ricetta delle tasse è quella sbagliata.
Si tolga, infine, la balia Napolitano, il quale, dopo aver fatto immensi danni, sarebbe ora che traslocasse dal Quirinale e democraticamente si desse da fare per far luce sul "complotto", che, se vero, getterebbe una luce inquietante sull’intera Italia.
Solo quando il Pd saprà far politica da solo potrà definirsi democratico, altrimenti il Pa (partito astenuti) esasperato potrà far ricorso ai forconi.
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