La nuova moda degli indignados dalla Spagna e’arrivata un po’ ovunque: i giovani amano i sitin e parlano per slogan, contestano il capitale e vorrebbero sequestrarlo a chi lo detiene, a sentir loro illegittimamente, per redistribuirlo ai falliti e agli sfigati del mondo. Beata gioventu’!
Negli Stati Uniti gli indignati di Wall Street sono accampati a Zuccotti Park da mesi: tende da campeggio, sacchi a pelo, bivacchi con falo’ e alcolici contro il freddo, giacigli di fortuna, servizi igienici zero. Quando se andranno? Non e’ dato saperlo. Il sindaco ha gia’ una volta provveduto allo sgombero, ma quelli ritornano come le cavallette e sono tempi duri per chi si ribella alla dittatura della democrazia. Insomma, bisogna fare buon viso a cattiva sorte.
Ma perche’ ci occupiamo di indignati? Perche’ oggi fra quelli americani ci e’ finito Roberto Saviano, scrittore conosciuto – e venerato, soprattutto da certa sinistra – in Italia. Che ci azzecca Saviano fra gli indignati di Wall Street? Probabilmente cerca visibilita’, vuole mettersi in vetrina, ancora una volta. E chi lo conosce Saviano negli Usa? Va bene la globalizzazione, ma volete farci credere che lo scrittore e’ conosciuto e famoso anche negli Stati Uniti? Manco fosse, che so, Roberto Benigni!
Saviano ai giovani indignati americani ha parlato di mafia, naturalmente. Le mafie di ogni tipo vanno combattute, ha detto, la crisi economica si combatte anche cosi. Che novita’! Abbiamo proprio bisogno che ce lo spieghi lui.
Lui, diventato famoso da noi grazie all’unico libro, e forse più al film che se n’e’ tratto, soffre di crisi di astinenza da quando Fazio e Santoro se ne sono dimenticati. Una capatina dagli indignados Usa per promuovere il suo libro anche li’ potrebbe servirgli a riprendere quota e a rimpolpare il portafoglio. Alla faccia dell’immagine negativa dell’Italia che porta all’estero, in un momento in cui ci vorrebbe tutt’altro. Beh, noi di Saviano ne abbiamo le scatole piene! Magari se ne restasse negli States per un po’, non ne sentiremo la mancanza!
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