Sono circa 5 milioni gli italiani all’estero e i loro voti fanno gola, legittimamente, a qualsiasi partito politico. Così anche il M5S, che degli italiani nel mondo se n’è sempre fregato, ora inizia con il suo teatrino. La visita di una delegazione pentastellata in America Meridionale ha causato enormi polemiche e in Venezuela in particolare ha scatenato la rabbia dei connazionali. Su ItaliaChiamaItalia abbiamo già commentato a modo nostro. Oggi interviene anche il coordinamento esteri della CONFSAL UNSA, che conta centinaia di aderenti tra i propri iscritti che operano sulla rete estera della Farnesina e che sono profondamente radicati con le loro famiglie nelle singole realtà locali.
“I colleghi di ruolo nostri iscritti, con attività estera alle spalle di svariati anni, forniscono osservazioni, valutazioni e giudizi sulle reali condizioni di vita dei nostri connazionali, facendo del Coordinamento Esteri CONFSAL UNSA un osservatorio attento e attendibile della vita italiana all’estero in tutte le sue sfaccettature”, si legge in una nota, che continua: “E solo per questo osserviamo con soddisfazione ogni dimostrazione d’interesse dei partiti politici verso le collettività italiane all’estero, nella speranza che i bisogni e le aspirazioni della nostra gente trovino uno sbocco nel Parlamento italiano”.
“Siamo compiaciuti che, con il Movimento 5 Stelle, l’arco dei partiti che mostra interesse verso i lavoratori italiani oltre confine si allarghi ulteriormente. Saremmo stati pertanto ancora più felici se almeno qualche attimo della missione sudamericana del Movimento 5 Stelle si fosse soffermato sulla situazione dei servizi consolari e sulle condizioni di vita e di lavoro di chi è realmente e quotidianamente al servizio delle collettività italiane in Sud America. Anche al Movimento 5 stelle ricordiamo che chi sostiene l’imprenditoria italiana all’estero sono i lavoratori che quotidianamente vi lavorano”.
Insomma, la CONFSAL è chiara: il M5S in Sud America è andato a fare una sfilata, in Venezuela ha incontrato solo esponenti del governo Maduro, non l’opposizione, non i connazionali (oltre 130mila italiani residenti), non il popolo venezuelano, sempre più alla fame.
“Al Movimento 5 Stelle e a tutti gli altri qualche utile consiglio:
– se vuoi apprezzare l’eccellenza della fabbrica di cioccolato italiana all’estero, non ti limitare ad assaggiare i Mon Chérie, parla con le operaie alla catena di produzione;
– se vuoi conoscere la realtà sui servizi consolari, non ti limitare al rinfresco offerto dal console di turno con tarallucci e prosecco, parla piuttosto con gli impiegati e con la gente davanti agli sportelli dei consolati;
– non restare abbagliato dalle “eccellenze”. Il lavoro italiano all’estero non si chiama FIAT o PIRELLI, il lavoro italiano all’estero porta il nome e il cognome di milioni di lavoratori che onestamente e tutti i giorni lo assolvono con onore;
– combatti i fenomeni di sfruttamento all’estero a scapito di chi ha dovuto lasciare l’Italia in fretta, senza preparazione, affogato dal bisogno più nero”.
La nota CONFSAL UNSA conclude: “I cinque milioni di italiani all’estero vanno conquistati con il rispetto, l’attenzione e il dialogo. Cinque milioni che valgono anche per i cinque stelle”.
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