Prima le modifiche al "Non Statuto", ora l’ingresso di nuovi soci nella "Associazione M5S" proprietaria del simbolo M5S. I cinquestelle avviano una rivoluzione interna per trasformarsi definitivamente in partito. Lunedi’ dovrebbero iniziare (il condizionale e’ d’obbligo visto che gia’ c’e’ stato un rinvio) le votazioni sul nuovo Statuto, redatto in tutta fretta per tamponare la falla dei reintegri degli espulsi disposti dal Tribunale di Napoli e per prevenirne eventuali nuovi come quello di Federico Pizzarotti. E non mancano i malumori di attivisti e parlamentari, come la senatrice Elisa Bulgarelli, critici per non essere stati coinvolti nella stesura del testo. E ora si apre la questione della successione di Gianroberto Casaleggio nella "cassaforte" del simbolo del partito.
L’Associazione M5S, di cui Beppe Grillo e’ presidente e responsabile legale, ha un grande potere: revocare l’uso del simbolo, finanche ai parlamentari cinquestelle come gia’ fatto con senatori e deputati espulsi. Ieri, il direttorio ha raggiunto Genova per incontrare Enrico Grillo, avvocato e nipote di Beppe oltre che membro della "Associazione M5S" di cui fanno parte lo zio ed Enrico Nadasi (commercialista del comico genovese). La notizia e’ stata fatta trapelare dallo stesso Movimento per distogliere l’attenzione dalle polemiche dovute alla frase sulla "lobby dei malati di cancro" pronunciata da Luigi Di Maio. Ma ha comunque aperto uno squarcio sulle "questioni aziendali" dei vertici pentastellati. Ieri, Grillo non c’era perche’ ha preferito rimanere in Sardegna a festeggiare il suo compleanno. Ed anche oggi tace. A conferma che la partita e’ solo alle battute iniziali e non cosi’ decisiva. Intanto, anche all’estero ci si inizia ad interessare al M5S.
Il settimanale britannico The Economist lo definisce "un partito che ha davanti un chiaro sentiero verso la vittoria ma nozioni ambigue su cosa fare se vince". Una lettura in chiaroscuro condivisa anche dal quotidiano Financial Times che pero’ definisce Di Maio "il principale rivale politico di Renzi". Ma sono le questioni interne a preoccupare i pentastellati. La "M5S" era formata da quattro membri (i due Grillo, Nadasi e Gianroberto Casaleggio) ma con la morte di Casaleggio la sua composizione va ora rivista. Il direttorio e l’Associazione Rousseau vorrebbero entrare: i primi in rappresentanza dei parlamentari; la seconda in continuita’ con Casaleggio.
Da un punto di vista dei pesi interni, l’ingresso del direttorio permetterebbe alla "componente romana" di avere un ruolo piu’ incisivo nella struttura del movimento "guidato" tra Milano e Genova. Il direttorio vorrebbe entrare. Ma l’operazione non e’ semplice anche da un punto di vista legale. Il direttorio dovrebbe avere personalita’ giuridica. Cosa, quest’ultima, molto delicata da un punto di vista politico e legale. Ma anche l’Associazione Rousseau aspira a non essere esclusa. In passato Movimento e simbolo erano utili ad equilibrare i pesi tra Grillo e Casaleggio (il primo aveva il controllo del simbolo; il secondo del Movimento). Ora, potrebbe servire da cassa di compensazione tra direttorio, fondazione Rousseau e lo stesso Grillo. La soluzione potrebbe essere quella di allargare il numero dei soci da quattro a cinque, ma anche in questo caso l’ipotesi deve essere verificata da un punto di vista legale.
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