Qualche giorno fa ho messo su Facebook un post in cui dichiaravo il mio dissenso rispetto alla decisione dell’amministrazione comunale di Roma sulle Olimpiadi del 2024. Tra i molti amici virtuali che ho nella mia pagina ci sono tanti “grillini”, persone conosciute direttamente o indirettamente quando facevo parte del Movimento. Ebbene, con il mio dissenso sono diventato un bersaglio su cui hanno potuto scaricare tutta la loro frustrazione mentale, con insulti e improperi. Mi sono detto: se questa e’ la democrazia che il M5S professa, ho paura per l’Italia.
Dove e’ finita la coerenza partecipativa dove tutti possono dire la loro, tutti possono votare, tutti hanno il diritto di esprimersi? A parte la considerazione che ad oggi per i candidati alle europee non si hanno ancora i risultati delle votazioni interne, mi pare di capire che lo slogan della democrazia della rete e della trasparenza in streaming sono favole per bambini. Sono uscito in tempo utile per salvarmi dalla deriva autoritaria quando mi sono reso conto che uno vale uno se dice quello che vogliono loro, ma se provi a dire la tua ecco che ti mettono alla gogna e nei casi più eclatanti rischi pure la crocifissione, vedi il caso Pizzarotti, gestito in maniera diversa rispetto a quello della Raggi.
Se esprimi un’opinione, in maniera civile e argomentata, puoi trovare chi non la pensa come te e affrontare serenamente un dibattito. Per esempio, sul Referendum Costituzionale io sono per il No, in linea con il pensiero del M5S; il direttore di questo giornale Ricky Filosa la pensa nettamente al contrario di me; ci siamo confrontati spesso su Facebook e anche sul giornale, in maniera rispettosa e democratica, senza usare un linguaggio da bassifondi come molti hanno fatto nel rispondere al mio post.
La democrazia, cari grillini, è questa; chi non la pensa come voi ha il diritto e a volte il dovere di esprimere le proprie opinioni in maniera pacata e nel rispetto delle regole; non è detto che chi è contrario sia per forza un comunista o un fascista, anzi, sono i vostri modi che hanno il sapore amaro di quel periodo storico. Nessuno ha la verità in tasca e soprattutto non siete certo voi a potere sbandierare la patente della democrazia, perché se questa e’ la vostra democrazia, Dio ce ne scampi e liberi. Voi vedete il marcio dappertutto e chi e’ contrario a voi è semplicemente uno venduto alla casta e partecipe del malaffare. Anche Moffa e Muraro non mi sembrano proprio limpidi e rispondenti ai vostri criteri di selezione: eppure Virginia Raggi li ha scelti ed e’ giusto che vadano avanti; questa a casa mia si chiama democrazia, nessuno e’ immune da pecche o debolezze.
Voglio perciò rispedire al mittente le critiche di cui sono stato accusato. E rispondere a quelli che hanno scritto che ho fatto bene ad uscire dal movimento. Condivido: sono uscito da questo movimento che credevo democratico, dove uno doveva valere uno, perché nelle politiche degli italiani all’estero e’ assente ingiustificato o meglio non pervenuto. Le poche e timide iniziative sono solo uno specchietto per le allodole e non portano da nessuna parte.
I componenti della commissione Esteri non sanno nemmeno di cosa si occupano, non ho mai sentito sul tema estero un Di Battista, che tra l’altro ha presentato una proposta di legge sull’elezione della circoscrizione estera che non aveva né capo né coda. Avete mai sentito parlare queste persone in televisione o sui loro blog degli italiani nel mondo? Alle loro kermesse nessuno di loro ha mai accennato minimamente alle problematiche di chi vive all’estero. Sono uscito anche perché mi sono reso conto che la loro politica degli italiani all’estero e’ del tutto inesistente. Per la cronaca, al momento non faccio parte di nessun partito o movimento politico, evitate commenti scontati, sono un uomo libero e tale rimango. Nel mio piccolo cerco solo di difendere la democrazia, il rispetto reciproco e soprattutto le tematiche degli Italiani nel mondo, perché io vivo all’estero ma sono un italiano.
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