Giuseppe Conte, leader del M5S, in visita a Lampedusa, rispetto al lavoro fatto all’attuale governo Meloni in tema di immigrazione, ha detto: “Noi abbiamo lavorato con il premier tunisino, ma a fari spenti. Non sapete quante telefonate ci siamo scambiati, quanto lavoro con l’intelligence per rinforzare anche i rimpatri. Ma non l’ho mai messo in difficoltà rispetto alla sua popolazione”.
“C’è un atteggiamento maldestro, una goffaggine diplomatica che ci fa male – ha sottolineato l’ex premier – Quello che va fatto con la Tunisia e la Libia, ma anche con i Paesi di transito, è un lavoro serio che richiede tempo. Ma se tu privilegi bolle comunicative, durano un giorno e poi si dissolvono”.
Conte, accompagnato dalla parlamentare, ex sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina, dopo aver visitato i locali del Poliambulatorio di via Grecale, si è soffermato a parlare, anche dell’emergenza migranti, con il direttore Francesco D’Arca che gli ha presentato tutte le persone che, quotidianamente, si occupano a molo Favarolo dell’assistenza sanitaria e controlli di quanti arrivano.
Dunque per Conte, se l’obiettivo è quello di superare la crisi degli arrivi dei migranti, “bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare nei paesi africani ma non come si è fatto in Tunisia”.
A giudizio dell’ex presidente del Consiglio “il modello della Meloni realizzato in Tunisia è quello che non va fatto. Andare lì, creare una pressione al leader di turno, al capo di Stato, capo di governo del paese africano, in questo caso della Tunisia, arrivarci con tutti i riflettori, portare von der Leyen, Rutte, costringerli ad accettare un memorandum che ovviamente non può contenere clausole troppo impegnative, in una realtà come quella tunisina che è esplosiva dal punto di vista economico-sociale, significa creare le premesse per fare una passerella. Creare un bluff con gli italiani per cui abbiamo risolto e non risolvi nulla, anzi crei una reazione, come sta succedendo”.
“Sono paesi – ha spiegato ancora il leader del M5S – che rivendicano la loro dignità, se porti sul piatto somme modeste, 200 milioni o poco più, chiaramente sono insignificanti rispetto ai loro problemi. E allora il risultato qual è? Che ti chiudono la porta in faccia, addirittura non fanno più entrare la commissione Esteri del Parlamento europeo, e non danno più attuazione a questo accordo”, ha concluso Conte.