"Non viviamo anche noi, in Italia, in una situazione di colpo di stato permanente? Il suo ultimo atto non e’ forse la nomina della Commissione per le riforme e dei suoi 35 ‘saggi’, che avra’ il compito di modificare la nostra Costituzione? Il potere costituito si auto-proclama potere costituente. E’ la storia di un colpo di stato permanente quella che inizia con la caduta di Berlusconi – mai sfiduciato dal Parlamento ma costretto a rassegnare le dimissioni per le pressioni dei mercati e le impennate improvvise dello spread – per arrivare oggi al Governo Letta, passando per il Governo ‘tecnico’ di Monti, imposto d’autorita’ dal presidente della Repubblica, e per la rielezione stessa di Napolitano, atto senza precedenti nella storia della Repubblica". Cosi’ Paolo Becchi in un post pubblicato sul sito di Beppe Grillo. Poi, aggiunge: "E le elezioni che si sono nel frattempo svolte? E’ come se non ci fossero mai state: lo stesso presidente di prima, lo stesso Governo del presidente, in cui il fantasma di Monti si e’ reincarnato nell’accordo Pd-Pdl a sostegno del Governo Letta. Zio e Nipote, Gianni ed Enrico, si ritrovano finalmente insieme. Eppure qualcosa e’ realmente cambiato: in Parlamento, oggi, siede una forza politica nuova, che rappresenta quasi 9 milioni di cittadini. Questo 25% del Paese, pero’, non trova alcuna espressione nei 35 ‘saggi’ incaricati di scrivere una nuova Costituzione a uso e consumo di una ‘casta’ di partiti sempre piu’ in crisi ma che non intendono rinunziare ad alcuno dei loro privilegi".
Quindi, prosegue Becchi "com’e’ possibile un’esperienza costituente dalla quale sono, per principio, esclusi 9 milioni di italiani? Questa non e’ piu’ tirannia della maggioranza: e’ la fine della democrazia. L’accordo tra Pd e Pdl costituisce il tentativo di bloccare il cammino del M5S, dopo che le elezioni hanno segnato la crisi irreparabile del sistema bipolare e la perdita di milioni di voti da parte delle forze di centrodestra e centrosinistra. La proposta di legge Finocchiaro sui partiti e il finto intervento sui tagli ai costi della politica nascondono il vero obiettivo di Pd-Pdl: evitare ogni riforma della legge elettorale e, in compenso, tentare di modificare la Costituzione. Cio’ che Pd e Pdl puntano a fare, e’ legittimare questa situazione – creatasi in aperta violazione della Costituzione – a costo di cambiare la Costituzione stessa. Perche’ tutto questo? Perche’ passare dalla forma parlamentare a quella presidenziale? L’obiettivo politico e’ uno solo: ridimensionare il ruolo del Parlamento in modo da ricostituire, intorno all’elezione diretta del capo dello Stato, il sistema bipolare Pd-Pdl, sconfiggendo definitivamente il nemico comune, ossia il M5S. In una forma di governo presidenziale il sistema non potra’ che essere bipartitico ed e’ questo il vero scopo del lavoro dei ‘saggi’: ricostruire il bipolarismo Pd-Pdl con una conventio ad excludendum. Ossia tagliando fuori il M5S, una grande forza politica del Paese".
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