Il clima di rinnovamento che sembra aver investito la politica italiana ci consente d’assumere una più concreta coscienza dei problemi che travagliano il Paese. Sarà, magari, una magra consolazione, però è un segnale che non intendiamo sottovalutare. Il 2016 non sarà un anno “facile”. Dopo la riforma del nostro sistema elettorale, inizieranno gli aggiornamenti normativi di questa nostra Repubblica. Partendo proprio dalla Costituzione. Quello che ci riserverà la prossima Legislatura dipenderà anche da noi. Dalle nostre scelte elettorali.
Intanto, Renzi sembra voler puntare su pochi, ma vitali, obiettivi per favorire un’economia a più ampio respiro e a basso impatto fiscale. Nonostante le polemiche di Palazzo, paiono maturati i tempi delle scelte oltre le effimere alleanze di partiti. Se i provvedimenti della nuova Legge di Stabilità andranno tutti a buon fine, si potranno evitare gli apparentamenti che, per il passato, hanno complicato il nostro quadro socio/politico. Dopo la crisi che dura da oltre sette anni, si dovranno ritrovare quelle iniziative mediane necessarie per evitare, almeno volontariamente, altre situazioni di tensioni sociali e di polemiche.
Lasciamo stare il mito della “continuità” e “discontinuità”. Sono concetti vuotati dei loro originari contenuti già da parecchio tempo. Ora ci vogliono uomini capaci d’offrire all’Italia una rinascita sociale. Le altre strade, anche se apparentemente percorribili, ci porterebbero lontano dai meccanismi atti a farci uscire da una crisi che, a nostro avviso, poteva essere meglio contenuta. Perché un conto è l’instabilità e la stagnazione economica, un altro è imporre mezzi costrittivi per tentare d’uscirne.
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