Oramai è chiaro che l’utopia del Governo e di chi è vicino ad esso sia il raggiungimento della soglia del “Covid Zero” o “Covid free”. Tuttavia, una cosa del genere non è possibile o è di difficile realizzazione. Infatti, il Covid è un virus altamente mutevole. Si tratta di un virus ad RNA monocatenario. Dunque, è difficile (se non impossibile) riuscire a rendere il virus del tutto inoffensivo, anche con il vaccino. Lo stesso vaccino non è sempre efficace. Certamente, può ridurre gli effetti del virus. Magari, chi è vaccinato può correre meno rischi di trovarsi in terapia intensiva con il tubo in gola in caso di infezione, anche se ciò non è sempre detto.
Però, persino personalità della scienza come Anthony Fauci hanno ammesso che anche i vaccinati possono infettarsi e contagiare. Lockdown e zone rosse servono a poco e si sono dimostrate dannosi per l’economia. Si può contenere il virus con le varie profilassi. Il vaccino può ridurre i contagi (anche se non è detto che riduca il contagio delle varianti) e ci sono le cure per chi è già malato. Si potrebbe rivalutare anche la cura proposta dal compianto professor Giuseppe De Donno.
Dunque, si deve arrivare al punto nel quale si deve convivere con il Coronavirus, un po’ come si convive con il virus dell’influenza ed agenti eziologici di altre malattie infettive.
La questione del Green Pass si sta mostrando divisiva. Alcuni ristoratori e titolari di altre attività vengono insultati per il fatto che chiedano il Green Pass e che riservino alcuni posti ai vaccinati e gli altri ai non vaccinati. Altri ristoratori e titolari di altre attività non lo chiedono. Un esempio è la chef Camilla Moccia, la quale lo ritiene un danno per le piccole attività. Le contestazioni che ci sono in questi giorni potrebbero essere l’inizio di un “autunno molto caldo”.