Nasce il Comitato – Lavoratori per il ‘no’ a difesa della Costituzione che, in vista del referendum del 4 dicembre, organizzera’ in 26 piazze italiane banchetti per il ‘No’ alla riforma voluta dal governo Renzi. Prima tappa del tour sara’ il 21 ottobre ad Avellino, la chiusura il 2 dicembre a Roma.
Il Comitato, guidato da Valentina Iori, a Montecitorio ha spiegato i suoi ‘sei motivi’ per il no lanciando un appello per il mantenimento del Cnel quale “camera di confronto” da sostituirsi al Senato affinche’ “le organizzazioni e i corpi intermedi” abbiano un luogo “per il dialogo costruttivo e partecipato di ogni decisione governativa” che “coinvolga le classi produttive del Paese”.
Sia chiaro: il Cnel è riconosciuto da tutti ormai come il più inutile degli enti inutili. Invece c’è qualche genio che propone di mantenerlo, non di abolirlo definitivamente e per sempre, come invece vuole la riforma costituzionale.
Manco a dirlo, il Comitato dei lavoratori e’ sostenuto da Forza Italia e Ugl. Alla conferenza erano presenti il capogruppo azzurro Renato Brunetta, Renata Polverini, vice presidente della commissione Lavoro del Senato e Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl. Polverini spiega che di fronte a una riforma “che entra a gamba tesa anche sul mondo del lavoro un sindacato ha il dovere e il diritto di schierarsi”.
Quanto all’abolizione dell’articolo 99 della Costituzione, quello che prevede il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, la deputata di Forza Italia ed ex sindacalista Ugl dice: “E’ uno dei fiori all’occhiello del presidente del consiglio. Sappiamo che all’interno del Cnel c’e’ l’archivio di contratti e non e’ un dettaglio. Per chi come noi crede nei contratti ci deve essere un luogo terzo, non possiamo consegnare l’archivio dei contratti all’Inps che e’ guidato da un uomo scelto dal presidente del Consiglio. Tutti dicono che il premier nominera’ senatori, presidente della Repubblica, presidente della Corte costituzionale ma nessuno dice dira’ che ci sara’ un signore solo che dira’ quale e’ un contratto di lavoro valido e quale no. Questo mette a rischio le regole del lavoro. Il fatto che il Cnel negli ultimi anni non abbia brillato per la sua attivita’ non puo’ essere motivo per abrogarlo”.
Ormai non si contano più le arrampicate sugli specchi dei signori del no al referendum. Ora si mettono pure a difendere il Cnel. Sono proprio alla frutta.
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