Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, al termine delle consultazioni con il presidente della Camera, Roberto Fico, ha chiesto “uno sforzo al Pd”, nell’interesse del Paese.
Il Movimento 5 stelle pensa a un possibile accordo di governo per affrontare “tutti i problemi che ci sono da affrontare nell’ambito dell’Unione europea, dialogando con le altre forze politiche europee e dialogando con gli altri Paesi europei”.
“Capisco chi dice tra i nostri mai con il Pd, e capisco chi tra il Pd dice mai con i cinquestelle, ma qui non si e’ mai trattato di andare con la Lega in passato, qui si sta parlando, non di negare le differenze, le divergenze”, ma di “ragionare in un’ottica del cominciare a dire che abbiamo questa opportunità. Se si riescono a fare le cose bene, se non si riesce si torna al voto”.
“Se volessimo pensare all’interesse di partito faremmo come la Lega, ci metteremmo lì restando fuori da qualsiasi responsabilità di governo. Ma siccome non abbiamo mai pensato a interessi strategici, stiamo mettendo al centro i cittadini”.
Certo, “non si può chiedere a M5S di negare le battaglie storiche”, cosi’ come “non credo sia il caso di fossilizzarsi sull’idea di difendere per partito preso tutto l’operato del governo degli ultimi anni”.
Piuttosto, “credo che dal voto del 4 marzo siano uscite delle richieste sui problemi dei pensionati rispetto alla legge Fornero, i problemi del precariato rispetto alle leggi sul lavoro, problemi legati a insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare, problemi sulle grandi opere inutili. Spero che possa prevalere il buonsenso per mettersi al lavoro su questioni venute fuori dal voto del 4 marzo”.
Di Maio durante il suo intervento in qualche modo difende Matteo Salvini, secondo lui sotto attacco da parte dei media legati a Berlusconi. “Fa un po’ specie immaginare che Berlusconi in questo periodo, tuttora, utilizzando le proprie tv e i propri giornali, stia continuando a mandare delle velate minacce, tra virgolette, a Salvini e alla Lega qualora decidesse di sganciarsi”.
Secondo fonti M5S nelle parole di Luigi Di Maio sulla necessità di una legge sul conflitto di interessi e nei riferimenti alle parole di Silvio Berlusconi contro la Lega dalle “sue tv” non c’e’ alcun riferimento implicito ad una nuova apertura a Matteo Salvini. Insomma, il “forno” della Lega è chiuso, anche se il capo del Carroccio non ne è così convinto e nelle scorse ore è tornato ad aprire a Di Maio.
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Nel frattempo contatti con il reggente del Pd Maurizio Martina, si sottolinea, sono continui mentre è fermo il “no” del M5S a un governo del presidente. “Lo abbiamo ribadito anche oggi – sottolinea fonti parlamentari del Movimento -, meglio tornare al voto con questa legge, sarà come un ballottaggio tra noi e la Lega”.