Avrà da poco concluso la sua prova come ballerina, giunta in finale in coppia con Simone De Pasquale, con cui pare faccia coppia fissa anche al di fuori di “Ballando con le stelle” ed il 31 marzo, debutterà a teatro (ancora una sfida), viaggiando tra i volti, i suoni e i sapori di una narrazione multipla, senza perdere di vista il senso di un racconto civile, che parla al tempo presente senza deroghe o digressioni.
La bellissima Lucrezia Lante Della Rovere, che ballando per tre mesi in tv ha mostrato quanto charme può avere una quarantenne quando non è solo un corpo, ma una donna, accorciando le distanze e abbassando le inibizioni con il bel Simone; ora si imbarca nella versione teatrale di “Malamore”, romanzo scritto da Concita de Gregorio, in cui si racconta di donne comuni, vittime della violenza di padri, mariti, estranei, che vanno incontro alla vita, capaci di sopportarla con lievità e determinazione.
Sul palcoscenico del Teatro Rossini, a Roma, prendono vita quelle passioni e gesti quotidiani capaci di cambiare il corso delle cose, con, sullo sfondo e per contorno, il suono di un pianoforte e la sensibilità di una musicista, Vicky Schaetzinger, che trova tra le note altre suggestioni, altre storie.
Figlia della spumeggiante Marina Ripa Di Meana, che ha fatto dell’eccessività e della trasgressione i capisaldi della sua carriera, Lucrezia ha avuto due gemelle a 22 anni e vissuto quello che ha definito “un amore sfrenato”, con Luca Barbareschi.
Ex moglie di Giovanni Malagò, serio imprenditore di successo, collezionista di vere o presunte bellissime fidanzate, animatore del Circolo Canottieri Aniene e ora presidente del comitato organizzatore dei campionati mondiali di nuoto che si terranno a luglio nella capitale, lo scorso 13 marzo Lucrezia era al compleanno del suo ex, con 300 selezionatissimi invitati (Alemanno e Veltroni, Giani Letta e la coppia Totti-Illary, ma anche Afef e Marco Tronchetti Provera, oltre a l’editore Carlo Perrone, con la sofisticata moglie Polissena di Bagno, da giovanissima, prima moglie di Giovanni Malagò, alla casina Valadier di Roma.
Lei c’era, soprattutto, più raggiante e sensuale di tutte, lei che quel mondo di privilegiati ben conosce ed ha frequentato, anche se preferisce quello diverso dei suoi anni giovanili, poetico e sgarrupato, con per amici e modelli Franco Angeli e Mario Schifano, Nancy Ruspoli e Ferdinanda Pivano e ancora Goffredo Parisse e Alberto Moravia.
“Le donne sono più simpatiche, fra donne si sta meglio, riconosco che non ci sia questo bisogno assoluto dell’uomo, però mi piace anche condividere la mia vita”, ha detto di recente Lucrezia al Corriere.
Nel 2005 ha vinto il Taormina Film Festival con il film Gli occhi dell’altro di Gianpaolo Tescari e tre anni fa incantato in “Viola di mare”, opera prima di Donatella Maiorca, basato sul romanzo di Giacomo Pilati Minchia di Re.
Il suo debutto al cinema nel 1986, in “Speriamo che sia femmina” di Monicelli, appena uscita dalla American Overseas School of Rome, non sfigurando accanto ad attrici come Catherine Deneuve, Stefania Sandrelli, Giuliana De Sio ed attori come Giuliano Gemma, Bernard Blier, Philippe Noiret, Paolo Hendel.
Le donne hanno più confidenza con il dolore. È un compagno di vita, è un nemico tanto familiare da essere quasi amico, ha detto di “Malamore” l’autrice Concita De Gregorio.
E ciò che la bella Lucrezia rappresenterà sulla scena, è come alcune soccombono, molte muoiono, moltissime dividono l’esistenza con una privata, indicibile, quotidiana penitenza. Alcune ce la fanno, qualche altra trova nell’accettazione del male le risorse per dire, per fare quel che altrimenti non avrebbe potuto. Sono, alla fine, gesti ordinari., esercizi di resistenza al dolore, non soltanto di stile, ma autentiche espressioni di un femminile che cerca accoglienza e condivisione e, in fondo, amore.
Discussione su questo articolo