Nuova legge elettorale e voto all’estero, l’associazione Lucchesi nel mondo dice no. E si definisce rammaricata per la “nuova norma che regola il voto degli italiani all’estero. Già nella legge precedente si riscontravano alcune difficoltà formali e sostanziali nella procedura che consentiva agli italiani all’estero di partecipare al voto per l’elezione dei 18 seggi riservati a loro nel Parlamento e nel Senato italiano”.
“Con l’approvazione della norma che consente ad un italiano residente in Italia di candidarsi all’estero – spiega la presidente Ilaria Del Bianco -, risalta con palese ovvietà come per forza di cose venga in questo modo favorita la candidatura di italiani che vivono sul territorio nazionale , anziché facilitare e dare forza e opportunità di una più consapevole partecipazione, alle comunità italiane che vivono all’estero. La associazione Lucchesi nel Mondo ritiene che in questo modo si venga a stravolgere il principio stesso della compartecipazione dei rappresentanti degli emigranti italiani alla vita pubblica nazionale, tagliando di fatto l’occasione di presentarsi con possibilità di successo alle elezioni per la Camera ed il Senato e contravvenendo alla specificità della rappresentanza politica della circoscrizione estero”.
“L’elaborazione della nuova legge elettorale sarebbe invece stata l’occasione più adatta per rivedere finalmente tutto l’impianto che gestisce il voto all’estero – afferma la presidente Del Bianco -, introducendo meccanismi e norme migliori, in grado di favorire e semplificare sia la possibilità di candidare che quella di esprimere il voto nonché di renderlo più trasparente e sicuro, favorendo anche la partecipazione dei numerosi cittadini italiani in mobilità. Senza voler entrare in questo frangente nella discussione politica che subito si è accesa tra le varie correnti e formazioni di partito spesso in maniera strumentale con accuse reciproche di favoritismi e clientelismi, così senza voler entrare nel merito dell’incostituzionalità che una tale norma potrebbe provocare , è doveroso per l’associazione, che rappresenta oltre 8.500 famiglie di conterranei all’estero, esprimere la propria contrarietà rispetto a quanto avvenuto alla Camera ed auspicare che in sede di prossimo esame al Senato si possa rimediare ad una disposizione che penalizzerebbe le comunità italiane all’estero, anche in considerazione del fatto che i cittadini italiani residenti all’estero non godono di alcuna reciprocità, ovvero non si possono candidare nei collegi italiani”.
Discussione su questo articolo