Oramai, è accertato: il vero anti-Meloni è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Ironicamente, si deve dire che la segretaria del suo partito, il Partito Democratico, e il leader del Movimento 5 Stelle, l’ex-premier Giuseppe Conte, gli fanno un baffo.
Ogni giorno, De Luca attacca la premier Giorgia Meloni e il Governo anche con epiteti poco lusinghieri. I suoi attacchi si sono intensificati con l’approvazione dell’autonomia differenziata per la Lombardia e il Veneto. De Luca parla di “tradimento subito dal Sud”.
Ora, alcune cose devono essere dette. La prima è il fatto che l’autonomia differenziata è riconosciuta dalla Costituzione. Una regione può chiedere una maggiore autonomia in funzione di quella modifica del Titolo V che fu approvata con un referendum nel 2001. Quella modifica fu portata avanti dalla coalizione di De Luca, il centrosinistra, e fu chiesta dalle regioni Lombardia e Veneto con due referendum nel 2017.
La seconda è il fatto che De Luca stia ricorrendo al populismo per nascondere le politiche inefficaci della sua giunta. Del resto, l’ex-sindaco di Salerno è noto per il suo populismo. Ricordiamo la coalizione che mise in piedi per le elezioni regionali del 2020, elezioni che furono stravinte da De Luca. Egli mise in piedi una coalizione con Clemente Mastella, Ciriaco De Mita e pezzi del centrodestra. Vinse quelle elezioni a mani basse sfruttando un certo populismo. Oggi agisce in Campania come un monarca.
Deve essere ricordato che con l’autonomia differenziata delle regioni Lombardia e Veneto, certe politiche saranno destinate a finire. Questo non piace al reuccio di Salerno.
Certamente, De Luca è andato oltre. Il suo linguaggio si è fatto rozzo e volgare. Ciò denota nervosismo, forse nei confronti del suo stesso partito, verso il quale è molto critico.