Aldo Montano, ospite a Quelli che il calcio, su Rai 2, ha raccontato che per prepararsi agli incontri usa “metodi di concentrazione”, “da un anno uso una persona che mi dà una mano perché in una Olimpiade ti giochi quattro anni di lavoro in una frazione di secondo".
Ogni volta, prima di ogni incontro, Montano mette in pratica alcuni esercizi “per visualizzare le mosse del prossimo avversario e immaginare tutte le azioni da fare in difesa ed in attacco, un po’ come gli sciatori che prima di una gara immaginano la pista".
L’atleta racconta di essere “nato con la sciabola in mano”, la sua è in pratica “una tradizione di famiglia”. A spingerlo verso la scherma è stato suo nonno, il quale “ha fatto le Olimpiadi dal 1936 al ’48 e con lui il rapporto era più intimo, mentre con mio padre un po’ più conflittuale".
Lo sciabolatore livornese era molto legato a suo nonno: le sue storie “mi affascinarono subito e mi sono detto anch’io ci voglio provare".
Ma se avesse un figlio, Montano lo spingerebbe a praticare la scherma? Lo sportivo ha risposto così: "Deve decidere lui, perché il peso e’ grosso. Io lo porterò in palestra poi se vorrà farlo ci proverà".
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