Un non vaccinato che sui social network scrive una frase con la quale augura la morte ad un vaccinato o minaccia un dottore viene giustamente stigmatizzato e (nel caso della minaccia) perseguito legalmente. L’odio è odio. Chi minaccia un’altra persona, come un medico, deve essere condannato. L’odio deve essere condannato. Però, come denunciano anche quotidiani come “La Verità”, la stessa cosa non avviene quando ad inneggiare all’odio è (per esempio) un vaccinato contro un non vaccinato. Dovrebbe valere lo stesso principio di condanna.
Come ho scritto prima, l’odio è odio, va sempre condannato. Invece, sembra che un certo hate speech non sia solo tollerato, ma anche incoraggiato dal sistema. Così, si apostrofano i non vaccinati come “untori” e si fa una vera e propria caccia alle streghe, quando, in realtà, anche chi (come me) è vaccinato può contagiarsi e contagiare altre persone. Oltretutto, se a chi non è vaccinato vengono imposte crescenti restrizioni ed i contagi non calano ci sarà un motivo? Chi non è vaccinato è di fatto in lockdown e può andare in pochi posti. Però, il virus gira lo stesso.
Dunque, non sono solo i non vaccinati a contagiare. Purtroppo, si è fatta una campagna di odio contro una categoria minoritaria di persone e certa politica e certa stampa hanno una gravissima responsabilità di riguardo a ciò. Basti pensare a qualche giornalista che ha detto che i riders dovrebbero sputare nei piatti ordinati dai non vaccinati o a qualche politico che ha evocato il generale Bava Beccaris contro chi non si è vaccinato. Oggi, si vedono famiglie divise e rapporti di amicizia che sembravano duraturi andati distrutti. Bisogna essere onesti intellettualmente nel dire che, oltre ad una situazione sanitaria da monitorare e ad una crisi economica, vi sia anche un serio rischio per la coesione sociale del nostro Paese. Forse, quella politica e quella stampa che hanno seminato l’odio dovrebbero porre rimedio.