Ma in fin dei conti che cos’è l’età? C’è chi dice che sia soltanto un’opinione. Un po’ come la bellezza. Ciascuno ha i suoi gusti e la vede a modo suo: chi va matto per le bionde, chi è per il bello e dannato, chi ama le tette grandi e chi punta a quelle piccole che stanno dentro la coppa dello champagne.
Questione di punti di vista.
Fatto sta che da qualche tempo qualcuno va dicendo che anche l’anno di nascita sarebbe soltanto una formalità e che quel che conta davvero sarebbe l’età biologica, cioè l’effettiva condizione chimica in cui si trova ciascuna dei cinquanta trilioni di cellule che compongono il nostro corpo.
Se tutti quegli zeri vi fanno girare la testa, sappiate che non si tratta di una bufala da buontemponi, ma del risultato di una ricerca scientifica (olandese) composta da fior di cervelloni che ci hanno lavorato per qualche annetto.
Ma vediamo di capire meglio.
Magari voi avete quarantasette anni, però i vostri famosi cinquanta trilioni sono attivi e freschi come quelli che mediamente ne hanno trenta. In realtà quindi, da un punto di vista biologico avete trent’anni.
Oppure i vostri cinquanta trilioni sono usurati, spossati e immunologicamente depressi come quelli di chi ne ha mediamente settantacinque. Quindi la vostra vera età è di settantacinque.
A dirla così non fa una grinza, con tutte le conseguenze del caso nel bene e nel male.
Insomma, più che la forma, ancora una volta conterebbe la sostanza. Tutto dipende, per dirla in termini un po’ più pragmatici, dallo stato di conservazione, dal grado di stress ossidativo, dall’ossigenazione generale, dalle condizioni di glicazione dell’organismo (la glicazione è una situazione chimica particolarmente nociva legata al metabolismo degli zuccheri, e contribuisce all’invecchiamento). Cose così.
Ad ogni modo, per prendere le misure a tutta la faccenda, i ricercatori olandesi avevano anche messo a punto un apparecchio per quantificare e governare la questione.
Si chiamava “scanner age reader” (codice di lettura dell’età) e somigliava un po’ a una di quelle macchinette per misurare la pressione. Ci si appoggia il braccio, si sta in posa pochi secondi e voilà, arriva la risposta. Che può voler dire un sorriso radioso oppure la storica torta in faccia.
Per gli scettici aggiungiamo che lo scanner non sembrava essere un giochetto da bambini, ma un attrezzino bio-teck abbastanza preciso e affidabile, con un possibile futuro nell’universo del fitness.
Comunque il risultato della ricerca con annessi e connessi era stato presentato qualche anno fa al Biosalus Festival di Urbino, la rassegna nazionale del biologico e del benessere naturale. Aveva destato qualche curiosità, ma poi tutto era finito lì.
Qualche tempo dopo però, c’è stata una nuova ventata di interesse quando il Centro Omeopatico Italiano di Milano, tra le location più prestigiose della cultura olistica meneghina, ha rispolverato la cosa con il lancio di alcune settimane di prova dimostrativa omaggio.
Mezza Milano aveva scalpitato per aggiudicarsi un incontro per il test, dopo di che tutta la storia era salpata gloriosamente in tournee lungo la Penisola. Quindi, nuovo letargo. Ma il seme ormai era germogliato.
Di tanto in tanto c’è un centro benessere che rispolvera l’idea, ma soprattutto si sta sviluppando il mercato domestico. E se oggi andate a vedere in internet troverete almeno una trentina di modelli dell’intrigante congegno, di varie forme, di tanti colori e per tutte le borse, in omaggio alla passione per il fai-da-te on line. Con un avvertimento: nella corsa allo sconto anagrafico, occhio al prezzo dell’offerta. C’è chi fa il furbo.