Dopo che il premier italiano ha definito Erdogan “Dittatore”, condannando inoltre il comportamento inappropriato che il leader turco avrebbe riservato alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, non ha tardato la reazione di Ankara e del capogruppo in parlamento del partito Akp, Numan Kurtulmus, il quale ha replicato “Se vuoi vedere un dittatore, guarda la tua storia, guarda Mussolini”.
Chiamato a commentare l’accaduto lo storico Daniele Radini Tedeschi dichiara: “Se guardiamo al passato il termine “dittatore”, pietra dello scandalo, non nasceva in senso peggiorativo, ma era stato coniato nell’Antica Roma, in particolare nel periodo della Repubblica (509 a.C. – 27 a.C.). Avevano ricoperto questo incarico, tra gli altri, personaggi del calibro di Marco Furio Camillo, Silla, Giulio Cesare. Il “dittatore” era un magistrato straordinario e plenipotenziario (summum imperium) eletto dal Senato, durante periodi difficili. Pochi sanno inoltre che ancor prima di Mussolini, la parola era stata usata per due patrioti nazionali: Giuseppe Mazzini nella Repubblica Romana del 1849 e Giuseppe Garibaldi, dittatore della Sicilia nel 1860. Solo in luce ad un linguaggio più contemporaneo l’accezione è stata riferita all’autoritarismo e al totalitarismo”.
“Al di là del bene o del male – continua poi Radini Tedeschi – l’accostamento della dittatura a Mussolini è tecnicamente improprio, poiché il requisito di un Dittatore è agire con pieni poteri, mentre il caso di Mussolini è differente: egli aveva avuto sempre un ruolo subordinato alla Monarchia Sabauda. Il fascismo infatti poggiava su due grandi compromessi: uno con il re e l’altro con la Chiesa, se si considerano i Patti Lateranensi del ’29; per di più alcune istituzioni amministrative e burocratiche dello Stato Liberale continuavano a vivere nel corso del Ventennio. Persino a seguito delle “leggi fascistissime” Mussolini doveva continuare a rispondere del proprio operato – seppur non al parlamento – ancora al re d’Italia”.
La nota dello storico conclude: “Se il nome di Mussolini è stato fatto dai turchi, è per una ragione ben precisa, finora non messa in luce: il Duce considerava fondamentale, per l’Impero coloniale italiano, il dominio dei mari, quindi del Mediterraneo. E l’Italia di oggi, con nuovi rapporti privilegiati in Libia – recente l’incontro tra Draghi e Abdel Hamid Mohamed Dbeibeh a Tripoli seguito da una ritrovata amicizia – sta diventando un serio problema per la Turchia, che percepisce tale mutamento nei difficili equilibri di potere del “Mare nostrum”. Perché Roma sarà, d’ora in poi, il vero referente di Biden nel Mediterraneo”.