Lo spettacolo miserevole dei soliti noti disperati, reclutati dalla cattiva politica e osannati dai media, con l’evidente obiettivo finale ormai tristemente raggiunto, e’ stato servito anche nell’ultimo atto della commedia andata in scena in questi anni con innumerevoli repliche, finendo col rappresentare nel mondo l’immagine di una realtà distorta e artificialmente ricostruita.
Mentre milioni di italiani piangevano la fine di un sogno e solidarizzavano con l’uomo sconfitto, un manipolo di irriducibili, veterani delle crociate anticavaliere organizzate da Di Pietro e dai suoi sodali, aizzati come cani rabbiosi, si spostava da Palazzo Chigi a Palazzo Grazioli e al Quirinale per aspettare la vittima designata e infliggere a telecamere puntate l’ennesima umiliazione all’uomo e all’Italia. Sì, all’Italia: perche’ il Paese non merita di essere rappresentato da quattro straccioni invidiosi e falliti che la sinistra alleva nel suo seno per meri scopi propagandistici, mentre la maggioranza degli italiani si rimbocca le maniche dinanzi alla crisi cercando in se stessa il coraggio e la forza per dominare gli eventi, e rifiutando la logica del piagnisteo o, peggio, delle pericolose contrapposizioni sociali.
Addio, Presidente, vogliamo salutarla per l’ultima volta, con la sua stessa amarezza nel cuore: gli intrighi del potere e la guerra delle bande hanno sopraffatto la sua e la nostra resistenza. Chissa’ per quanto altro tempo i drogati dell’antiberlusconismo continueranno a sparlare di lei per evitare l’ inevitabile crisi di astinenza. Vogliamo saperla lontano, prima che venga sferrato l’ultimo attacco alla sua persona e alla sua liberta’ e alla sua odiata ricchezza da quella magistrale corte giudiziaria che ha tanto contribuito a distruggere il sogno di un’Italia diversa.
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