Oggi su Avvenire si racconta il No dell’Italia all’etichetta Ue che penalizza i prodotti made in Italy, tra cui anche alcune eccellenze come il Parmigiano Reggiano.
In Europa, attorno alla difesa del buon cibo nazionale, l’Italia si ritrova unita e, anzi, fa proseliti tra gli altri paesi. All’indomani del voto contrario del nostro governo nei confronti della proposta della Commissione per un sistema di etichettatura degli alimenti sul modello del Nutriscore francese, la posizione italiana viene ribadita anche da Grecia e Repubblica Ceca.
Certo – si legge ancora su Avvenire -, non si tratta della maggioranza dell’Unione, ma il ‘no’ dei tre è bastato a fermare (per adesso) un cammino che alla filiera agroalimentare nazionale non sarebbe per nulla piaciuto. In gioco c’è non solo il buon nome dell’agroalimentare nazionale, ma il destino di un settore che vale miliardi e decine di migliaia di posti di lavoro.
Un sistema, quello del Nutriscore, che per la sua semplicità si è ormai diffuso in molti paesi europei, ma che non è obbligatorio e ufficiale. Simile è l’etichetta ‘a semaforo’ adottata nel Regno Unito. Entrambe, però, sono giudicate da tempo come fuorvianti dai produttori italiani.