“Il governo Draghi non ha fatto assolutamente nulla per gli italiani nel mondo”. Sono parole di Vittorio Pessina, già responsabile di Forza Italia nel mondo, colui che si occupò di formare le liste in occasione delle Politiche 2018.
Pessina, imprenditore, ha abbandonato ogni ruolo politico all’interno di Forza Italia: “Sono tornato al mondo dell’imprenditoria, anche se guardo sempre con molto interesse, come appassionato, al mondo della politica”.
Per quanto riguarda il risultato elettorale in Italia “il mio giudizio è positivo”, dichiara a Italiachiamaitalia.it, “sono contento che finalmente si sia arrivati a una elezione certificata dal voto degli italiani; contento che al governo ci sia una rappresentante del centrodestra, anche se manca quell’elemento moderato che avrebbe saputo rappresentare la componente di Forza Italia”.
“Purtroppo Fi non ha dato risultati interessanti, anche perché – è una mia opinione personale – negli ultimi anni Berlusconi si è circondato da persone non sempre all’altezza dei tempi. Basti pensare al suo comportamento in occasione dell’elezione del presidente del Senato: basterebbe questo a far capire quanto il Cavaliere sia mal consigliato. Comunque, l’area moderata rappresentata dal presidente Berlusconi e da Forza Italia è e sarà fondamentale per l’operato di questo governo”.
In Italia vince il centrodestra, all’estero però primo partito è risultato essere il Pd: “Me l’aspettavo. Nella scorsa legislatura c’era una presenza interessante all’estero, da parte del centrodestra. Cosa che non è avvenuta adesso. Gli italiani nel mondo vanno raccontati, vanno raccontati i loro interessi, le loro necessità. Occorre un massiccio impegno di comunicazione e di presenza sul territorio, che è enorme. Se uno non capisce questo e non si adegua, il risultato non potrà essere che quello che abbiamo visto alle ultime Politiche”, con il centrodestra – aggiungiamo per completezza di informazione – che oltre confine ha eletto solo due parlamentari, nessuno di Forza Italia.
Anche Pessina parla del ruolo dei patronati, che all’estero diventano vere e proprie fabbriche di voti, tutti consensi portati alla sinistra, e di “mancata sensibilità” all’interno dei partiti di centrodestra nei confronti degli italiani nel mondo.
Cosa direbbe Vittorio Pessina a Salvatore De Meo, europarlamentare azzurro, responsabile del dipartimento Italiani nel mondo di Forza Italia? “Gli direi che la cosa più importante è quella di iniziare fin d’ora a creare coordinamenti in tutto il mondo, come Forza Italia e più in generale come centrodestra. L’ideale, infatti, sarebbe portare avanti un’operazione concordata con i rappresentanti di Fdi e Lega. E’ necessario individuare le persone adatte, per prepararsi fin d’ora alle prossime consultazioni, anche se – come ci auguriamo – le prossime elezioni si terranno tra cinque anni. Certo, il lavoro è molto complicato e richiede tempi lunghi: deve essere gestito, lo ribadisco, con una grande quantità di comunicazione, di territorio. Puntando anche sui Comites, cercando di far conoscere anche attraverso i Comitati per gli italiani all’estero la propria posizione politica. Quindi, divulgare le proprie idee attraverso la stampa, la rete, la costruzione di circoli. Tenendo sempre presente che senza dubbio gli italiani all’estero sono i migliori ambasciatori del made in Italy e della cultura italiana nel mondo”.
In occasione delle Politiche 2018 il centrodestra all’estero elesse cinque parlamentari, due di Forza Italia: “E’ stato soprattutto il risultato di una struttura organizzativa molto diffusa e rappresentativa formatasi negli anni, perché strutture del genere non si costruiscono con facilità né in tempi brevi”.
Con Giorgia Meloni premier non c’è nessun eletto all’estero al governo. Pessina considera questo “un gravissimo errore che si continua a ripetere. Evidentemente la rappresentanza degli italiani all’estero non ha quel potere, quel peso politico, che invece dovrebbe avere”.
In conclusione, Pessina ci confessa di essere “molto timoroso per quanto riguarda il comportamento del M5S”, preoccupato per “questa personificazione del movimento nel soggetto Conte. Ho paura che stia assorbendo molta attenzione e tanto seguito dal bacino del Pd. E questo secondo me è pericoloso, perché mentre il Pd ha una storia e una tradizione, il M5S è ancora qualcosa che non è affatto definibile”.