Lo Ius scholae? “Che c’entra destra e sinistra? Ieri ho letto che il più accreditato a fare il leader dei conservatori inglesi è Cleverly, sua madre è della Sierra Leone. Sunak è per caso di sinistra?”, “mica ho sentito Schlein per fare un inciucio. Né lavoro ad un accordo sottobanco con il Pd. È solo quello che pensiamo, da sempre. È quello di cui ha bisogno il nostro Paese. Ragazzi, l’Italia è cambiata!”. Lo afferma Antonio Tajani in una intervista a Repubblica.
“Abbiamo ricevuto in due anni 170 mila ucraini – spiega il vicepremier e ministro degli Esteri -. E’ la nostra storia, l’impero romano accoglieva, in Sicilia è pieno di cognomi di origine araba. Abbiamo comunità arbereshe: ma sono italiani, eh! Il mio stesso cognome è di origine araba. Negli Usa qualcuno pensa che non siano buoni americani gli italoamericani? Nancy Pelosi non è americana? Alain Delon aveva la nonna di Cassino. Sarà la mia educazione cristiana, ma per me non esistono differenze di colore o etnia. Un buon italiano è chi crede nell’Italia, la conosce, la difende. Quanti militari figli di stranieri ci sono nel nostro esercito? E poi gli atleti, le scuole in cui vanno i nostri figli. Il mondo cambia e continua a cambiare, svegliamoci”.
Ribadisce tuttavia che il provvedimento “non è nel programma, ma nei programmi di governo non sempre c’è tutto, si possono arricchire. Secondo: non è la nostra priorità, che sono altre: l’economia e l’emergenza carceri. E però non siamo un partito unico, ognuno ha le sue idee. Non c’è stata nessuna trasformazione di FI, lo Ius scholae lo voleva già Berlusconi. Neanche Ursula era nel programma di governo: noi l’abbiamo votata, Meloni e Salvini legittimamente no. Non è che cade il governo se abbiamo votato diversamente su von der Leyen o se portiamo avanti le nostre idee sulla cittadinanza”.
Quindi precisa che per ottenere lo Ius scholae “non basterà essere iscritti. Servirà un percorso di studi completo. E tutto questo non ha nulla a che vedere con l’immigrazione illegale: mica diamo la cittadinanza ai clandestini, né parliamo di Ius soli. Parliamo dei figli di ucraini fuggiti dalla guerra o di chi lavora regolarmente dopo essere arrivato, magari con il decreto flussi”.
Quindi precisa che “se il Pd si dice d’accordo con me, non posso essere io a cambiare idea. I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello Ius scholae. Detto ciò, c’è tempo. Prima ne voglio parlare con i gruppi di FI. E sarebbe un’iniziativa dei nostri parlamentari, non del governo”.
Interrogato se su questa posizione abbia inciso l’intervento di Marina Berlusconi sui diritti replica: “Ma non è così! La famiglia Berlusconi non mi hai mai imposto niente. Non chiamano e non condizionano, esprimono singole posizioni, che tra l’altro coincidono con quelle del padre, e che io raccolgo come quelle di veri amici”, “sono amico dei fratelli Berlusconi da quarant’anni. Da loro ho solo giudizi positivi. Non posso leggerle gli sms privati, ma mi creda: è così. Poi c’è chi è preoccupato dall’eccessiva crescita di FI e chi vuole delegittimarci come fossimo un partito padronale, ma ripeto: stima e amicizia. Pier Silvio ha solo detto pubblicamente che FI deve andare avanti, io sono d’accordo e in piena sintonia”.
Un complotto dietro il caso di Arianna Meloni? “Con Berlusconi è successo, è un nervo scoperto. Non posso escludere quello che ha detto Sallusti, è un giornalista serio. Se ha scritto quello che ha scritto, avrà avuto le sue informazioni. In Italia cose simili sono già accadute”, “non ho notizie, dico solo che è verosimile. Onestamente poi non ho mai visto Arianna Meloni partecipare a incontri sulle nomine”. C’entra lo scontro sulla separazione delle carriere? “Purtroppo c’è una parte minoritaria della magistratura che è attestata su posizioni conservatrici, ma molti magistrati sono a favore”.
“La manovra non sarà di austerità o ‘lacrime e sangue’, ma certo non sarà facile. Bisognerà essere prudenti. Abbiamo delle priorità: il taglio del cuneo fiscale, la decontribuzione per madri lavoratrici con più di due figli, l’aumento delle pensioni minime. Il 30 agosto con Meloni e Salvini avvieremo il confronto”.
Sulle pensioni con quota 41 proposta dalla Lega, sullo sfondo della procedura per deficit avanzata da Bruxelles commenta: “Comincia un confronto, anche noi guardiamo ai pensionati, valuteremo. Si tratta di collaborare, senza imporre o accettare diktat. Noi porteremo avanti le nostre idee. Penso ai giovani, con il rilancio del fondo per studenti meritevoli da trenta milioni di euro. E con 300 milioni di garanzie dello Stato per i mutui prima casa per le giovani coppie under 36. Infine, le privatizzazioni: per esempio quella del Monte Paschi e di alcuni servizi dei porti”.
Con la riconferma di von der Leyen alla guida della Commissione Ue “ora le istituzioni sono solide. Anche il governo è stabile. Si possono avere idee diverse, ma noi siamo leali e rispettiamo i patti. Però tutti nella coalizione devono capire che essere attivi significa occupare uno spazio politico: il nostro è al centro, diciamo tra Meloni e Schlein. Non vedo il problema, anzi: allarghiamo i confini della coalizione”.
Tajani ribadisce la sua contrarietà all’uso delle armi italiane nel Kursk: “Non siamo in guerra con la Russia e non siamo per l’utilizzo delle nostre armi in territorio russo. Detto ciò, Gli ucraini si stanno difendendo. Bisogna evitare l’escalation, ma c’è sempre un aggredito e un aggressore”. E su Gaza si dice fiducioso su passi avanti per un accordo di pace: “Conosco bene Blinken, parlo con il governo egiziano e con tutti gli altri attori: c’è la volontà di raggiungere la pace. Un’escalation non conviene a nessuno”.