L’impegno del Governo sulla questione migranti, ma anche le prossime elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio. Sono i temi affrontati dal sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, in una intervista all’agenzia Dire.
Sottosegretario, nei primi dieci giorni dell’anno sono sbarcati 3.709 migranti. Non sono numeri un po’ alti per un governo che dice di voler bloccare l’immigrazione clandestina?
“Come spiegato dal ministro Piantedosi nelle scorse ore, nei primi due mesi di governo abbiamo fatto segnare una flessione del numero degli sbarchi rispetto al trend dei mesi precedenti. I risultati, quindi, si iniziano a vedere. Stiamo parlando di un esecutivo in carica da due mesi e che ha raccolto un’eredità pesantissima. Dal 5 settembre 2019, ovvero da quando Matteo Salvini ha lasciato il ministero dell’Interno, le politiche di contrasto all’immigrazione clandestina sono rallentate. Abbiamo tre anni da dover recuperare e credo che il lavoro fatto in questi due mesi dal ministro Piantedosi sia stato straordinario ed eccezionale. Penso al decreto rave da una parte, alla norma sulle Ong dall’altro lato. Si è impostato un lavoro importante che sarà lungo e complesso per contrastare l’immigrazione clandestina. I numeri sono purtroppo importanti e drammatici. L’Italia chiude il 2022 con 105.139 sbarchi, ovvero ci siamo riavvicinati a quelli del 2017. Ma si sta lavorando con impegno. Serve, evidentemente, una profonda e rigorosa inversione di tendenza rispetto al passato. Il decreto Ong è il primo tassello di un percorso che va in due direzioni: contrasto all’immigrazione clandestina e valorizzazione delle forme di collaborazione per l’immigrazione legale. I numeri sono numeri importanti, il decreto Ong si è reso necessario per disciplinare, regolamentare e, perché no, contrastare i fattori di ‘pull factor’ dei flussi irregolari. Il decreto Ong è il primo passo di questo percorso che vogliamo fare, perché l’Italia è un Paese serio che vuole contestare l’immigrazione clandestina che alimenta traffici e illegalità”.
Ritiene che sussista ancora il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti in arrivo?
“Noi abbiamo avuto alcuni casi, pensiamo a quello di Anis Amri, l’attentatore dei mercatini di Berlino del 2016 che poi venne ucciso a Sesto San Giovanni. Questa è la dimostrazione e uno dei motivi per cui noi dobbiamo bloccare i flussi, non solo attraverso il Mediterraneo, ma anche la rotta balcanica, che potrebbero essere uno strumento di penetrazione del fondamentalismo islamico in Italia e, quindi, in Europa. Motivo in più per cui la difesa dei confini nazionali non diventa più soltanto una necessità del governo italiano, ma anche delle istituzioni comunitarie. Per questo chiediamo all’Europa collaborazione, sinergia, solidarietà e compartecipazione, cosa che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sta facendo insieme anche al ministro Piantedosi”.
Dopo l’accoltellamento a Termini ci si sta rendendo conto di come le stazioni siano diventate luoghi di bivacco e irregolarità. Si sta facendo qualcosa?
“Io credo che vada sottolineato il fatto che il sistema di sicurezza del nostro Paese e quindi polizia e carabinieri nel giro di pochissimi giorni hanno immediatamente garantito l’arresto del soggetto che si è macchiato di questo gravissimo reato. Una delle primissime cose che il ministro Piantedosi ha fatto è stata quella di convocare i sindaci delle città metropolitane di Roma, Napoli e Milano per affrontare i fenomeni di criminalità delle città e in particolare delle stazioni”.
Però il numero degli uomini in divisa pare non essere sufficiente. Esiste un piano di implementazione del personale?
“Il sistema Italia ha un problema enorme: da qui al 2030 avremo 40mila poliziotti che andranno in pensione. Abbiamo la necessità di implementare e potenziare, cosa che abbiamo già fatto in minima parte nella legge di bilancio, di aumentare gli organici delle forze di polizia. Abbiamo bisogno di poliziotti giovani, preparati, specializzati e che stiano sul territorio per fare controllo e prevenzione. Le stazioni delle grandi città, che sono il biglietto da visita dell’Italia, sono i luoghi più sensibili. Per cui, da questo punto di vista stiamo lavorando per implementare e avere nuove dotazioni organiche per le forze dell’ordine. C’è un piano iniziato con Minniti e proseguito con Salvini e Lamorgese di assunzioni straordinarie di forze di polizia. Quindi non solo per il completamento del turn over, ma anche per avere forze giovani e fresche per avere maggiore controllo del territorio. Io dico sempre che la polizia di Stato italiana è la migliore al mondo per preparazione e competenza, la politica si deve mettere al servizio delle forze di polizia. Abbiamo chiuso una stagione che era quella dei tagli e della chiusura dei presidi di sicurezza. Oggi dobbiamo inaugurare quella del potenziamento delle forze in campo”.
A breve ci saranno le elezioni Regionali in Lazio e Lombardia. Perché votare la Lega e il centrodestra?
“Perché in Lombardia il centrodestra è garanzia di buon governo e il sistema economico, produttivo, di efficienza e qualità dei servizi è eccellente. Fontana ha dimostrato in questi anni difficili e complicati di tenere sempre la barra dritta nell’interesse dei lombardi e la Lega è garanzia di buon governo. Nel Lazio perché c’è bisogno di cambiare. Io credo che il centrodestra rappresenti quella novità di buona amministrazione grazie anche a un governo nazionale che può dare una svolta anche in una regione importante e difficile come quella del Lazio”.