Debora Serracchiani, vicepresidente del Partito Democratico e capogruppo dem alla Camera, in una intervista a La Stampa afferma: “Ora basta con veti e diffidenze, tutti facciano un passo indietro e si concentrino sulla battaglia contro la destra, che è l’avversario da battere ai ballottaggi”.
Con M5S “dove siamo riusciti ad andare insieme, abbiamo lavorato bene e i risultati si sono visti, come a Napoli e Bologna”, “al di là di quelli che possono essere i rapporti negli ultimi cinque anni di amministrazione, gli elettori devono poter scegliere ciò che è meglio per il loro futuro e i nostri candidati garantiscono l’attenzione ai temi cari all’elettorato pentastellato”.
“Gualteri e Lorusso sono stati chiari: non ci sono accordi strumentali, ma indicazioni di voto, da Calenda, Conte, Patuanelli a Trieste, importanti per una trasparenza nei rapporti coni nostri elettori. L’apparentamento è strumento del passato, gli elettori non si spostano come pedine”.
Sulla possibilità di un campo largo da Renzi ai M5S inseguito da Letta sottolinea: “Noi abbiamo una grande responsabilità come maggior partito del centrosinistra che esce con risultato positivo dalle urne e abbiamo il dovere di provare ad allargare il campo per renderlo sempre più competitivo”.
Dello strappo di Salvini dice: “Il rischio è che ci perdano gli italiani perché stiamo affrontando una sfida incredibile, con il bisogno di varare riforme importanti in tempi brevi e di approvare la delega fiscale entro fine anno. E dopo che i parlamentari ci hanno lavorato per sei mesi, limando il testo che la delega rispecchia, lo stop di Salvini e il suo consueto teatrino rischiano di essere un problema perché possono rappresentare un ostacolo alla realizzazione nei tempi richiesti dall’Ue del Pnrr”, “noi, mentre Salvini faceva i suoi capricci, abbiamo incontrato le parti sociali per parlare di questa manovra di bilancio, la prima nel piano della crescita al 6%”, “non accompagniamo alla porta nessuno, ma ci vuole serietà”.