Quella di Paolo Dussich è la storia di un imprenditore di successo. Di un uomo tenace che ha saputo crearsi una posizione di rilievo in un Paese che non è il suo, partendo dal nulla. Di un ragazzo che 30 anni fa è arrivato a Santo Domingo con uno zaino ed una canna da pesca, “bellissima, una Minora con mulinello Shakespeare”, in un’isola che, lui, appassionato di geografia, neppure conosceva e che, quando un amico gliene aveva parlato, aveva scambiato per la Dominica.
Trent’anni dopo il padovano Paolo Dussich, 56 anni, veneto di origini istriane, madre bolognese, 4 figli, è il sicuro punto di riferimento degli italiani che vivono in questo Paese.
Presidente del Comites, è persona estremamente generosa e disponibile, che spesso ruba tempo al suo lavoro per dedicarlo agli italiani bisognosi, ai nostri connazionali ammalati o in carcere, ed è il principale punto di contatto tra la comunità italiana e la nostra Ambasciata.
Era il 1989 quando un suo carissimo amico viaggiò a Miami per vacanze. Dalla Florida, con un biglietto promozionale, salì su un aereo per la Repubblica Dominicana e ne approfittò per visitare pure Haiti. Tornò a Padova e parlò in modo entusiasta di questo viaggio e di queste terre all’amico Paolo.
A Dussich venne la curiosità di vedere i Paesi lontani che l’amico gli magnificava. Mise poche cose in uno zaino e si armò della sua fidata canna da pesca.
“Presi un volo KLM da Treviso ad Amsterdam, dove pernottai una notte – racconta – Quindi a Miami e poi a Città del Messico perché mi parlavano bene anche del Messico. Volli allora visitare tutta la zona del Pacifico”.
Fu una delusione. Dussich tornò a Miami e da li abbordò un aereo per Santo Domingo, dove si fermò.
“Trent’anni fa la Repubblica Dominicana era naturalmente diversa. La gente era molto più aperta, c’era meno delinquenza, meno traffico, però è anche vero che, quando arrivai, nei due anni del governo di Balaguer, non c’era benzina, non c’era la luce…” fa notare.
A quei tempi Paolo Dussich non si interessava ancora di assistenzialismo e di associazionismo. Nella Repubblica, a livello di organizzazioni italiane, c’erano solo il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM) e la Casa de Italia.
Dussich comincia a lavorare. Fonda la Dussich Services, impresa che si occupa di automazione e che, con il tempo, è diventata la più importante, diffusa e conosciuta nel suo settore dell’intero Paese.
“Quest’anno, lo dico con molto orgoglio, festeggerò i miei 25 anni di lavoro ininterrotto nel settore. Dalla mia compagnia ho avuto tante soddisfazioni”.