Matteo Salvini, a proposito delle proposte leghiste anti – crisi e su quanto fatto dal Governo, intervistato dal quotidiano La Stampa sottolinea: “Rivendicazione dei propri diritti fondamentali, assieme alla presentazione di un piano di ricostruzione nazionale che offriamo al governo. Via la burocrazia, via il codice degli appalti, via le pendenze edilizie. Dall’opposizione non possiamo imporci. Ma possiamo fare pressioni, per fermare la tirannia della Cgil”.
”Questo governo sbilanciato a sinistra ha un problema di mentalità. La Cgil blocca tutto: i voucher, il saldo e stralcio, il condono fiscale, il nuovo codice degli appalti. Non ce l’ho con loro, ma con chi glielo lascia fare”, commenta il leader della Lega.
Sulla fase due annunciata dal premier Conte afferma: ”Ha annunciato la fase due? A me continua a sembrare la uno. Servono certezze, ma qui c’è solo confusione. Siamo di fronte all’incomprensibile. Negozi, scuole, bar, parrucchieri, ristoranti, operatori del turismo. Gli altri paesi non fanno come noi. Sono tutti pazzi e noi i più furbi?”.
In merito alla retromarcia di Francia e Germania sull’allentamento del lockdown dice: “A Berlino i concessionari di automobili sono al lavoro e le scuole riaprono per gli studenti dell’ultimo anno. Non fanno l’Oktober Fest, ma restituiscono un po’ di respiro ovunque possibile”.
”Mi interessa che non esploda l’Italia. E le dico di più: un paese distrutto non prende i prestiti. Un paese in piedi sì. A meno che, per qualcuno, la soluzione non sia vendere le nostre infrastrutture alla Cina. C’è aria. Se davvero l’Europa è un’unione di popoli, dovrebbe mettersi assieme per chiedere soldi a Pechino. Sappiamo tutti da dove è partito il virus”.
”In Europa – prosegue Salvini – ci siamo dal ’79. E io sono realista. L’Europa ha l’ultima occasione per cambiare. Persino lo Spiegel ha scritto ieri: basta con l’odio anti-italiano. Vedo arrivare un po’ di luce”.
Sui sondaggi che lo vedono in calo afferma: ”Guardo poco ai sondaggi in tempi normali, lo faccio ancora meno di fronte a 300 morti al giorno. Però è chiaro che se da due mesi la vira è sospesa e il governo invade le televisioni è difficile trovare spazio. Noi siamo abituati a fare politica nelle fabbriche, nelle scuole e nei mercati, ovvio che qualcosa paghiamo”.
A proposito dell’intenzione leghista di scendere in piazza: ”No. Il primo maggio saremo operativi, ma non in piazza. Faremo valere la voce di chi non è stato ascoltato. La nostra pazienza si è esaurita. Avremo rispetto – precisa – delle norme e della prudenza. Ma daremo il via a un discorso che ha un filo conduttore molto preciso: la libertà. Di culto, di studio, di impresa, di movimento. Sa quanti moduli di autocertificazione hanno stampato gli italiani? Undici milioni. Figuriamoci se mi devo anche mettere a scrivere se ho una relazione stabile o burrascosa per andare a trovare qualcuno”.