“Solo per dare un’immagine e senza voler fare il minimo paragone con le guerre in atto, la sinistra più che un campo largo mi sembra un campo minato. Fra sconfitte, liti, leader che si accusano l’un l’altro e candidati che escono ed entrano dalle porte girevoli, se continua così sospenderanno le trattative per impraticabilità di campo”. Così, la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, in un’intervista al Giornale.
“Macron si rilegga i capitoli della storia recente. Non ha imparato nulla dalla Libia e da Sarkozy, partito per mazziare e tornato mazziato, provocando un’escalation che ha causato danni enormi che ancora oggi paghiamo. Cercare di intimidire la Russia minacciando l’invio di militari in Ucraina è stato un autogol clamoroso. ‘Davide e Golia’ ha funzionato solo sulla Bibbia. In più, Macron ha evidenziato le divisioni all’interno dell’Ue. Pensi che risata si è fatto Putin quando ha visto una foto a tre invece che a 27… Questo è il volto dell’Europa che non dovremmo mai mostrare. La forza dell’Ue sta nella sua unità. Ovviamente, noi siamo fortemente contrari all’invio di truppe in Ucraina”.
L’Italia vuole la pace ed e’ fra i paesi “che piu’ si stanno spendendo a livello diplomatico per arrivarci. Purtroppo pero’ le posizioni restano distanti. E Netanyahu, che ha problemi all’interno della sua maggioranza e con l’opposizione, e’ stretto tra due fuochi”.
Quella dei due popoli per due stati e’ “l’unica strada possibile – aggiunge – Israele pero’ ora fa resistenza. L’attacco del 7 ottobre ha segnato uno spartiacque. Ma e’ importante tenere separata la questione palestinese da Hamas. I palestinesi sono vittime di Hamas tanto quanto gli israeliani e vogliono vivere in pace tanto quanto il popolo israeliano”.
A chi manifesta in Italia con lo slogan from the river to the sea, “neanche sapendo che sta chiedendo l’annientamento di Israele”, l’invito di Ronzulli e’ ad “andare in quei luoghi per rendersi conto che i palestinesi non vogliono questo, lo vuole Hamas”.
Sul caso di dossieraggio emerso da indagini della procura di Perugia: “Le indagini le lasciamo alla magistratura. Mi auguro pero’ che non si concluda tutto in una bolla di sapone e, come per il caso Palamara, a pagare sia solo un capro espiatorio”.
“Siamo in presenza di un dossieraggio abusivo e illecito troppo esteso per essere frutto dell’azione di uno solo praticamente all’insaputa del suo superiore e di chi guidava la direzione nazionale antimafia – sottolinea – circoscrivere lo scandalo a qualche cane sciolto o servitore dello Stato infedele sarebbe un’offesa all’intelligenza di tutti noi”.