Matteo Renzi intervistato dal quotidiano La Stampa apre al dialogo con Elly Schlein per unire la sinistra in un soggetto plurale.
“In Italia chiamarlo Fronte Popolare non mi pare il massimo. Peraltro non usi questa espressione con uno come me, uno che è degasperiano fino al midollo: i conti con il Fronte Popolare li abbiamo fatti nel 1948. Però, al di là delle battute, credo che Schlein stia seguendo un percorso intelligente dal suo punto di vista”.
“Schlein al vostro giornale ha detto: non metto veti, non accetto veti. E su questo fa fare al Pd un grande passo in avanti. Perché nel 2022 l’accordo fra Partito Democratico e Italia Viva non si fece per una precisa scelta di risentimento personale di Enrico Letta”.
“Se non ci sono veti, Italia Viva deve decidere che cosa fare da grande. Siamo a un bivio: facciamo una Margherita 2.0 alleata con il centrosinistra? Per dirla di nuovo con De Gasperi: un centro che guarda a sinistra, perché tutti sanno – Elly per prima – che senza questo centro la sinistra non vince. Oppure facciamo un tentativo di ricostruire il Terzo Polo? Questa è la scelta che Italia Viva dovrà fare adesso”.
Luigi Marattin ed Enrico Costa propongono la nascita di un nuovo soggetto liberaldemocratico che unisca Azione e Italia Viva…
“È una delle due possibilità: o col centrosinistra o ancora da soli. Scelta tosta, ma una scelta da fare. Il Terzo Polo è stata un’ottima idea, distrutta inspiegabilmente da Calenda”.
“Esco dalle Europee avendo preso molti voti personali. Non sono bastati perché la lista è andata male, vista la radicalizzazione, ma ci ho messo la faccia e ho preso molte preferenze in più di chi ha messo veti. Oggi sto facendo mille cose, in Italia come all’estero. La nuova collaborazione con Tony Blair mi riempie di entusiasmo. Non ho dunque un problema personale: aiuterò a scegliere in modo libero e democratico tra l’ipotesi di un nuovo terzo polo e quella di una nuova Margherita”.