All’indomani del Consiglio Europeo del 23 aprile e all’appropinquarsi del fatidico 3 maggio, ultimo presunto giorno di quarantena, la domanda che balena nella testa degli italiani è sempre la stessa: “Come farò a ripartire?”. ItaliaChiamaItalia ha rivolto questa domanda al Vice Presidente del Movimento delle Libertà, Francesco Patamia.
Vice Presidente Patamia, come commenterebbe “il tempo che verrà”?
In primo luogo permettetemi di dedicare un pensiero agli italiani all’estero che come me, dall’inizio dell’epidemia, non sono potuti tornare a casa. Non vedo i miei figli da ormai due mesi, praticamente vivo e lavoro nel mio ufficio a Bruxelles da dove seguo, con dovizia di particolari, gli ultimi sviluppi della gestione della pandemia.
A tal proposito, come sapete, ieri, 23 aprile, i capi di Stato e di Governo si sono riuniti per la seduta del Consiglio Europeo più importante dalla nascita dell’Unione Europea. Hanno trovato un accordo sul Recovery Fund, un fondo per la ripresa economica – a detta loro coordinata ed efficace – attraverso l’emissione di titoli comuni europei che dovrebbero andare a finanziare e supportare le economie dei paesi più colpiti. È uno strumento completamente nuovo. Vedremo se e come funzionerà. Nessuna menzione, da parte del Presidente del Consiglio Conte circa le modifiche dello strumento MES rispetto al quale nutro, come vi ho già esposto, numerose riserve.
A proposito dell’Italia: che ne pensa delle misure varate dal Governo nel Dpcm del 10 aprile?
Paradossalmente (e permettetemi, inspiegabilmente), il Governo Conte-bis sembra non tener conto della situazione economica precaria in cui si trova il Paese. L’istituzione di una task force ad hoc è la dimostrazione, ancora una volta, dell’incapacità di valorizzare le risorse esistenti all’interno della P.A. e la prova della volontà di sovvenzionare, con generosi contratti di consulenza esterna, professoroni ed amici.
È certamente vero che sia necessario un piano per ripartire attraverso misure graduali nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive. È altrettanto vero che per farlo sia necessaria l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali che coniughino le esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza alla necessità di aiuto alle imprese.
E quindi? Può spiegarsi meglio?
Il piano per ripartire prevede la riapertura degli esercizi commerciali subordinata al rispetto delle misure di distanziamento sociale. Permettetemi di ragionare tenendo conto della mia esperienza personale. Prima di essere un politico sono un imprenditore, da sempre nel campo della ristorazione. La chiave del successo è il business planning. La pianificazione anticipata e dettagliata delle spese e degli investimenti sulla base di una valutazione dei possibili introiti calcolati tenendo conto di molteplici fattori: la dimensione dei locali, il numero dei “coperti” giornalieri, il numero di dipendenti che possono lavorare contemporaneamente. Le misure di distanziamento sociale rischiano di far saltare ogni preventivo calcolo di introiti e di rallentare, di fatto, la ripresa economica. Propongo che lo Stato supporti gli imprenditori attraverso una copertura forfettaria della forbice di guadagno calcolata sulla base dei bilanci precedenti e degli incassi stimati.
Da padre e da imprenditore, cosa pensa invece del piano proposto dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina?
Premesso che vale la stessa considerazione già esposta con riferimento a Conte per quanto riguarda la moltiplicazione dei consulenti esterni e la cattiva gestione e valorizzazione del personale di P.A. già in organico, ritengo che questa crisi abbia insegnato agli italiani l’importanza della digitalizzazione. In questo senso, considero un’ottima iniziativa la predisposizione di una piattaforma per le lezioni e l’inserimento di contenuti culturali. Si tratta di un investimento importante che denota, a dire il vero, larghe vedute.
Vorrei spendere qualche parola anche sull’alleanza fra la RAI e il Ministero dell’Istruzione. Potenziando l’offerta dedicata alla scuola con una programmazione non solo per i più piccoli ma anche per i ragazzi che devono fare gli Esami di Stato del secondo ciclo, il Ministro Azzolina ha dimostrato di sapere declinare la nozione di “servizio pubblico” a cui la Rai è destinata. Per questo, riconoscendone il valore ed essendo la mia politica rivolta soprattutto agli italiani all’estero, propongo di sviluppare degli strumenti per estendere le lezioni e gli approfondimenti anche ai nostri connazionali lontani. Mi piacerebbe coinvolgere le Ambasciate e i Consolati italiani nel mondo e mi rendo sinora disponibile a fare da intermediario qualora necessario.