Angelo Viro, importante imprenditore che vive a Santo Domingo e che con le sue aziende lavora a livello internazionale, è da sempre attivo nel mondo dell’associazionismo e della cultura italiana. Vicepresidente MAIE, è candidato alla Camera dei Deputati con il Movimento Associativo italiani all’estero nella ripartizione estera Nord e Centro America.
Angelo, ti do del tu in questa intervista così come faccio nella vita di tutti i giorni. Dopo la tua prima esperienza nel 2018, ci riprovi. Cosa ti ha spinto a correre un’altra volta?
Nel 2018 per la prima volta siamo riusciti a presentare la lista MAIE in Nord e Centro America: fu un traguardo storico. arrivò quarta su nove liste, raccogliendo un dignitoso 8%. Quell’esperienza ci ha fatto capire quanto eravamo capaci di fare. Oggi ci riproviamo, perché l’organizzazione nel frattempo è maturata e sono convinto avremo maggiori possibilità di vittoria.
Quali sono le iniziative che intendi mettere in campo in questa campagna elettorale?
Sono tante le iniziative che come candidato MAIE metterò in campo, a livello di territorio e comunicazione: le vedrete nei prossimi giorni e settimane. Ciò che più ci interessa comunicare ai connazionali e che noi non facciamo parte della partitocrazia romana, ma siamo un movimento di italiani nel mondo nato dagli italiani all’estero. Tutta un’altra cosa rispetto ai partiti romani.
Intendi recarti personalmente nelle diverse circoscrizioni consolari della ripartizione? Quali?
Sono già stato in Messico, Guatemala, Panama; a fine mese sarò in Costa Rica. Ho sempre trovato bellissime comunità, fatte di persone molto valide, come quelle che si sono unite al MAIE lavorando in forma disinteressata, con passione, per cercare di aiutare i propri connazionali.
Perché nel 2022 un italiano residente a Santo Domingo, a New York o Toronto, dovrebbe votare Maie?
Perché il nostro è l’unico movimento che può davvero garantire la difesa dei diritti degli italiani nel mondo: nessuno conosce come noi l’universo dell’emigrazione e il Sistema Italia oltre confine. Per gli italiani all’estero, siamo una garanzia.
E perché dovrebbe scrivere Viro sulla scheda elettorale?
Perché sono una persona che ha sempre lavorato per il bene degli altri, in forma positiva, anche per lasciare un po’ una traccia e far capire che noi italiani all’estero ci aiutiamo gli uni con gli altri. Sono convinto che quando una persona riesce ad avere successo a livello personale, professionale ed anche economico, in un certo senso è obbligato ad aiutare gli altri. Questa è stata sempre la mia filosofia.
Se dovessi essere eletto, cosa che ti auguriamo, su cosa concentreresti la tua attività parlamentare durante i tuoi primi cento giorni nel Palazzo?
Vedo che ci sono persone elette da dieci anni che non hanno fatto nulla e ancora si ripresentano agli elettori. Questo mi rattrista da una parte, dall’altra mi fa rabbia. Una volta in Parlamento, mi adopererei immediatamente per aiutare le nostre comunità in Nord e Centro America, partendo per esempio da un maggiore sostegno alle imprese italiane in USA e Canada, maggiori fondi per la promozione della cultura italiana e del made in Italy, e poi – pensando soprattutto al Centro America – migliorando i servizi consolari, facendo in modo di fare arrivare più fondi e più personale presso le diverse sedi.