Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE. Come procede il lavoro in Nord e Centro America?
A gonfie vele. Stiamo portando avanti un progetto in cui crediamo moltissimo, ovvero rendere il MAIE una realtà forte, presente e organizzata anche in tutta questa ripartizione elettorale, così come lo è già da tempo in Sud America.
Mica facile…
Certo, non è qualcosa che si fa dall’oggi al domani, ma ci stiamo tutti impegnando moltissimo per raggiungere l’obiettivo. Per quanto riguarda l’America Centrale, per esempio, siamo molto soddisfatti.
Alle ultime elezioni Comites il MAIE ha dimostrato di essere un punto di riferimento importante per i nostri connazionali e oggi in tutti i Comites del Centro America è presente il nostro Movimento; in alcuni casi – penso a Messico e Costa Rica – il presidente del Comitato è il coordinatore nazionale del MAIE. Una grande soddisfazione.
I voti veri, però, sono in America Settentrionale…
E’ vero. Lo sappiamo. Ma sottovalutare la zona del Centro America e dei Caraibi è un errore che noi, a differenza di altri, non vogliamo commettere.
Per questo ci siamo concentrati in quei Paesi, ma abbiamo iniziato da tempo a guardare seriamente agli Stati Uniti e al Canada: stiamo investendo tempo e risorse importanti, con l’obiettivo di essere vicini a tutti i connazionali ivi residenti, di farli sentire più vicini all’Italia.
Dopo essere stato alla Farnesina in qualità di Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, il presidente del MAIE Ricardo Merlo è tornato al ministero, questa volta come consigliere CGIE presente nel Comitato di presidenza del “parlamentino” degli italiani nel mondo. Quanto conta la presenza del MAIE all’interno del Consiglio?
Moltissimo, da sempre noi del Movimento Associativo Italiani all’Estero consideriamo il CGIE un organismo importantissimo per quanto riguarda le politiche per gli italiani nel mondo. Ecco perché abbiamo lavorato per stare nei posti che contano, al di là delle vecchie ideologie, che quando si tratta di italiani all’estero consideriamo superate.
Siamo un movimento pragmatico, ci interessa lavorare per migliorare la qualità di vita dei nostri fratelli italiani residenti oltre confine. Del resto, consentire a un italiano di rinnovare un passaporto in tempi rapidi, è di destra o di sinistra? Promuovere la cultura italiana all’estero è di destra o di sinistra? Difendere il made in Italy dall’italian sounding, è di destra o di sinistra? Potrei continuare…
Grazie, è stato chiaro. Cosa bolle nella pentola MAIE per quanto riguarda il prossimo futuro?
Tante iniziative sul territorio, in agenda sono già previsti diversi incontri con i connazionali. Presto saremo in Honduras, per esempio, Paese abbandonato dai rappresentanti dei partiti romani. E poi Miami, Boston, New York, Toronto, Montreal. E tra alcuni mesi un grande congresso che coinvolgerà i coordinatori di tutta la ripartizione, per confrontarci sulle mosse da mettere in campo e per programmare insieme il futuro. Perché una cosa deve essere chiara a tutti: il MAIE è l’unica forza politica che rappresenta un vestito su misura per noi che viviamo all’estero. Nata da e per gli italiani nel mondo, è da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei connazionali. Continueremo a lavorare per promuovere l’italianità all’estero ed essere presenti dovunque ci sia un italiano nel mondo.