Lidia Campanale nel Consiglio Generale degli italiani all’estero rappresenta la comunità italiana che vive in Austria.
In ambito CGIE è Presidente della Commissione IV – Lingua e Cultura. Vive a Vienna da dodici anni, insegna musica in una scuola internazionale. Pianista di formazione, è anche direttrice di coro ritmico.
E’ alla sua prima esperienza nel CGIE ed è anche “la prima volta che l’Austria ha un proprio rappresentante all’interno del Consiglio”, ci tiene a sottolineare a colloquio con il nostro giornale.
“A Vienna, anche grazie alla presenza del Comites, osserviamo un movimento di associazionismo italiano che prima non c’era”, dice a ItaliaChiamaItalia. E ancora: “Gli italiani che arrivano qui hanno dei ruoli dirigenziali, di specializzazione. Quindi a livello qualitativo trovano più spazio e più dinamismo qui in Austria rispetto all’Italia”.
Lidia Campanale, oltre al suo ruolo istituzionale, ricopre anche un ruolo politico ben definito: è infatti coordinatrice nazionale del MAIE in terra austriaca.
“Secondo me il MAIE Austria è una sfida. L’associazionismo qui in Austria non è così forte come in altre parti del mondo – spiega a ItaliaChiamaItalia -, ma come ho detto prima ultimamente qualcosa sta cambiando. Ciò che si dovrebbe migliorare è una collaborazione inter-regionale. C’è molto attivismo a Vienna, ma ci sono comunità in altre zone del Paese che non interagiscono tra loro. Quando facciamo riunione di coordinamento con Ambasciata e Consoli onorari le necessità per le diverse comunità sono differenti. Vanno quindi individuate soluzioni per avvicinare tutti i connazionali, è un discorso di connessione”.
Come farlo?
Magari attraverso dei progetti, come quello che avevo proposto quando stavo nel Comites Austria (da cui Lidia si è dimessa due settimane fa, ndr): creare un festival che potesse mettere in connessione artisti italiani che girano nei tour all’estero e gli artisti qui residenti.

Perché il MAIE?
Mi ha convinto tantissimo il fatto di avere un canale diretto con il presidente Ricardo Merlo. Ho parlato direttamente con lui la prima volta, è stato chiarissimo sugli aspetti del Movimento. C’è anche il fatto che le questioni di destra e sinistra non trovano significato forte nel momento in cui un italiano decide di vivere all’estero. E’ un movimento che nasce per gli italiani all’estero, mi è sembrata una forza politica molto pragmatica.
Iniziative future?
Sicuramente comunicare al maggior numero di connazionali possibile, anche attraverso i social, che il MAIE in Austria arriva per unire. Organizzeremo momenti di incontro e confronto su quelle che sono le principali problematiche della comunità e ci daremo degli obiettivi. Ho già parlato con le persone a me più vicine per creare un minimo di organigramma, un gruppo di collaboratori che mi aiuteranno in questa sfida. Cercheremo di coinvolgere tanti italiani, portando avanti la visione del MAIE: mantenere alta la bandiera dell’italianità oltre confine e difendere i diritti degli italiani nel mondo, senza se e senza ma.