Daniela D’Orlandi, dal 24 agosto 2020 Ambasciatrice d’Italia in Ghana e in Togo. Si avvicina il tuo rientro a Roma, dopo la missione in Africa. Se dovessi fare la sintesi di questi anni, quale sarebbe?
È stato per me un onore servire il mio Paese in Ghana ed in Togo, peraltro in un contesto storico di rinnovato interesse dell’Italia nei confronti dell’Africa, come testimoniato dal lancio del Piano Mattei.
Il Ghana, Paese stabile, pacifico e democratico, si è confermato essere un partner privilegiato dell’Italia in Africa occidentale, in molteplici settori, tra i quali il contrasto al terrorismo proveniente dal Sahel, la lotta alla pirateria e ai traffici illeciti nel Golfo di Guinea o ancora gli scambi commerciali e culturali.
Il Ghana inoltre è rientrato nel 2024 nel novero dei Paesi prioritari della nostra cooperazione allo sviluppo e sono stati elaborati diversi progetti, alcuni dei quali già lanciati, nei settori dell’agroalimentare, della digitalizzazione, dell’istruzione e della salute. L’avvio, lo scorso giugno, di voli di linea diretti tra Roma ed Accra da parte della nostra compagnia di bandiera contribuirà senz’altro a rafforzare gli eccellenti legami bilaterali.
Rispetto all’Ambasciata, ci racconti la situazione che hai trovato e quella che lasci?
Sono giunta ad Accra nel bel mezzo dell’epidemia di COVID-19, in un momento in cui erano stati sospesi perfino i voli commerciali. Passata l’emergenza sanitaria, vi è stata una ripresa dei viaggi e della richiesta di servizi consolari e di visti per il nostro Paese, superando progressivamente i livelli raggiunti prima della pandemia.
Vi è stato un impegno costante da parte di tutto il personale dell’Ambasciata a migliorare l’efficienza dei servizi ai connazionali ed è stata introdotta anche in Ghana, sin dal febbraio 2024, la nuova carta d’identità elettronica.
Alcuni mesi fa si è svolta la visita di Stato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Ghana. Quanto è stata importante quella visita per le relazioni bilaterali tra i due Paesi?
La visita di Stato del Presidente Mattarella nell’aprile 2024 è stata la sua prima in Ghana nonché la seconda visita di un Capo dello Stato italiano dopo quella del Presidente Napolitano nel 2009. Ha fatto seguito a due visite in Italia del Presidente ghanese Akufo-Addo nel luglio del 2023 e nel gennaio 2024, quest’ultima per partecipare al Vertice Italia-Africa.
Le precitate visite al più alto livello istituzionale hanno suggellato i rapporti di amicizia di lungo corso esistenti tra i nostri due Paesi e contribuito a rafforzare i rapporti di collaborazione in diversi settori.
A titolo di esempio, è stato inaugurato durante la visita del Presidente Mattarella un innovativo progetto di Confindustria Alto Adriatico volto a formare giovani lavoratori ghanesi, i quali giungeranno successivamente in Italia attraverso i canali di migrazione legale e verranno impiegati dalle fabbriche ed i cantieri del Nord Est alla ricerca di manodopera specializzata.
Qual è la fotografia degli scambi commerciali tra Italia e Ghana? Cosa importiamo e cosa esportiamo?
Il volume dell’interscambio bilaterale ha raggiunto 880 milioni di euro nel 2023, il livello più alto degli ultimi 10 anni. L’Italia importa principalmente materie prime, ed in particolare petrolio greggio, metalli, prodotti di colture permanenti e pesce. Esportiamo invece essenzialmente macchinari.
Al riguardo, osservo che il Ghana può beneficiare moltissimo dalla tecnologia italiana per trasformare le sue ricche risorse naturali, sviluppando il processo di industrializzazione e creando valore aggiunto in loco, tutti obiettivi prioritari del Governo ghanese.
Gli italiani regolarmente iscritti all’AIRE quanti sono? In quali settori operano?
I nostri connazionali iscritti all’AIRE sono 931 in Ghana e 165 in Togo, quindi in tutto circa 1100 persone. Gli Italiani in Ghana sono prevalentemente imprenditori o dipendenti di ditte italiane, funzionari delle organizzazioni internazionali, missionari, volontari ed esponenti della società civile.
I settori in cui operano prevalentemente i nostri connazionali sono l’energia, le infrastrutture, l’agroalimentare, la formazione tecnico-professionale, i trasporti. Altri settori forieri di opportunità sono il settore farmaceutico ed il turismo.
Dopo questi anni, che idea ti sei fatta della comunità italiana residente nel territorio? E della popolazione locale?
La nostra comunità in Ghana è operosa, ben integrata ed apprezzata dalla popolazione locale, anche per le iniziative di solidarietà promosse a favore dei più vulnerabili. La presenza dei nostri connazionali risale addirittura agli inizi del ventesimo secolo quando alcuni operai ed imprenditori, soprattutto bergamaschi e bresciani, giunsero nel Paese che all’epoca si chiamava “Gold Coast”, attratti appunto dalle miniere d’oro.
Alcune famiglie sono ora giunte alla quarta generazione in Ghana e merita evidenziare come gli Italiani abbiano nel corso degli anni dato un contributo determinante allo sviluppo economico ed infrastrutturale del Paese. Basti pensare alla costruzione da parte della Impregilo della Diga di Akosombo, negli anni sessanta, che ha permesso la formazione del Lago Volta, un bacino idroelettrico di cruciale importanza per la regione nonché il lago artificiale più grande del continente, o ancora la costruzione della prima raffineria del Paese a Tema.
Più recentemente merita menzionare gli investimenti di ENI nel settore degli idrocarburi, tra i più rilevanti investimenti commerciali bilaterali mai effettuati in Africa occidentale o ancora l’avvio qualche mese fa di un progetto agricolo su larga scala delle Bonifiche Ferraresi che contribuirà alla sicurezza alimentare del Ghana.
Ci sono eccellenti rapporti di amicizia tra i nostri Popoli e ricordo che l’Italia ospita una delle comunità ghanesi più numerose d’Europa, con circa 50.000 presenze regolari.
Credi che essere un’ambasciatrice donna ti sia costato un impegno maggiore, qualche sforzo in più, oppure non ce n’è mai stato bisogno?
Nella diplomazia italiana, vi è un numero crescente di Capi missione donne, a riprova dell’impegno della Farnesina a promuovere le pari opportunità. Ho inoltre avuto la fortuna di svolgere il mio primo incarico di Ambasciatrice presso un Paese come il Ghana particolarmente “women friendly”. Basti pensare che un terzo degli Ambasciatori stranieri accreditati ad Accra è donna.
Il futuro prossimo dell’Ambasciatrice D’Orlandi: dopo l’Africa, cosa ti aspetta?
Mi aspetta un rientro a Roma con un nuovo incarico presso il nostro Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ed è proprio questo il bello della carriera diplomatica: un susseguirsi di esperienze diverse fra loro e sempre stimolanti, sia in patria sia all’estero.