Tempo di legge di Bilancio in Italia. Cosa devono aspettarsi gli italiani all’estero dalla manovra economica del governo Meloni? Lo abbiamo chiesto a colui che è al timone del “parlamentino” degli italiani nel mondo, ovvero Michele Schiavone, Segretario Generale del Consiglio Generale degli italiani all’estero.
“La manovra di quest’anno – dice Schiavone a ItaliaChiamaItalia.it – continua nel solco della precedente, che ha visto fortissimi tagli alle politiche per gli italiani nel mondo. Per il 2024, guardando ai dati di cui siamo a conoscenza, ci sono ulteriori tagli, generalizzati”.
Dunque niente di buono in manovra per gli italiani oltre confine?
Non c’è davvero alcun riconoscimento verso le comunità degli italiani all’estero, che – lo ricordiamo – apportano un grande beneficio all’Italia, anche sotto l’aspetto economico e produttivo.
Eppure il governo pare ci tenga all’universo dell’emigrazione, almeno a parole…
Eppure, a differenza della narrazione portata avanti da quando questo governo si è insediato, non c’è alcuna attenzione nei confronti degli italiani all’estero. E questo è grave.
Segretario, perché a pagare sono sempre gli italiani nel mondo?
Si interviene sapendo che queste nostre comunità rappresentano il punto debole della catena.
Quali saranno i capitoli più colpiti dai tagli?
Le attività per gli interventi sociali, la rappresentanza degli italiani all’estero e tutte le politiche dirette agli italiani nel mondo subiscono tagli. Non eccessivi, ma si sommano a quelli dell’anno precedente. Tutto questo ci porta ad avere enormi preoccupazioni. Esistono problemi annosi che sono legati ai servizi verso le comunità, se non ci sono fondi sufficienti questi perdono gradualmente forza.
Che fare?
Bisognerà richiamare il governo alle proprie responsabilità, perché non può essere che a pagare siano sempre i più deboli. Almeno investissero in strumenti di digitalizzazione per migliorare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni. Continuando con questi tagli non fanno altro che spingere i connazionali a prendersi la cittadinanza del Paese che li ospita. Questo è il grande rischio, l’allontanamento, il disinteresse, il disamore.
Stai dicendo che questo governo predica bene e razzola male?
Il ministro Antonio Tajani è una persona di esperienza, ha diretto istituzioni europee di altissimo livello e non per caso fa il ministro degli Esteri. Ma se il governo intende davvero realizzare ciò che racconta da un anno e mezzo, dovrebbe andare a cercare le risorse all’interno dei vari ministeri e ridistribuirle, anche pensando agli italiani nel mondo.
Cosa chiede il CGIE al titolare della Farnesina?
Un’attenzione diversa, maggiore vicinanza. Non gli chiediamo di risolvere di colpo problemi annosi, ma almeno di garantire la gestione dell’attualità, cercando di indicare una prospettiva di rinnovamento e potenziamento.
Glielo farete sapete?
Come CGIE la prossima settimana invieremo al ministro Tajani una richiesta formale di audizione in assemblea plenaria, che si svolgerà via videoconferenza perché non abbiamo i soldi per organizzarne una in presenza.
Tra gli eletti all’estero, quelli di opposizione sono la maggioranza. Vista la fotografia che hai scattato con ItaliaChiamaItalia, come dovrebbero muoversi secondo te?
Dovrebbero intervenire per presentare gli opportuni emendamenti, ci potrebbe essere spazio anche per prendere in considerazione alcune proposte che riguardano gli italiani all’estero. Dovrebbero giocarsela, in maniera tale da porre alcune correzioni su interventi importanti. Altrimenti si rischia di mettere in un angolo tutto quello che si è costruito di buono negli ultimi decenni.