Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, in una lunga intervista alla Stampa afferma di non essere preoccupato per le possibili conseguenze della gestione del Recovery Fund sulla tenuta dell’esecutivo.
“Il governo deve andare avanti. Abbiamo la responsabilità di andare avanti. Ma possiamo andare avanti a determinate condizioni. Possiamo andare avanti solo se c’è fiducia e siamo uniti tra noi”, dice il premier. “Avendo ben chiari gli obiettivi comuni e avendo ben chiaro lo spirito di coesione e di solidarietà che occorre in questa fase. Non possiamo permetterci di affrontare le sfide enormi che ci aspettano senza condivisione. Qui nessuno vuole galleggiare, e meno che mai scaldare poltrone”.
Conte dunque spiega che “sono in corso in queste ore confronti con le singole forze politiche, poi sicuramente potremmo avere anche un confronto collettivo. Ci sono state chiare note critiche da parte di una forza politica, in particolare Italia Viva, ed è giusto che ci sia questo confronto. Ma i cittadini devono stare tranquilli: non vogliamo, o almeno io non voglio disperdere energie rispetto all’azione di governo che in questo momento di emergenza è ovviamente ancora più intensa”.
IL VIRUS NON DÀ TREGUA. A NATALE UNA NUOVA STRETTA
Conte fa il punto anche sulla lotta al Covid: il virus non dà tregua, la curva dei contagi non si piega, ancora tante le vittime.
“È vero, la situazione è delicata – spiega il premier al quotidiano di Torino -. Ma le nostre misure stanno funzionando, abbiamo ripreso il controllo della curva epidemiologica. Il sistema delle zone e la suddivisione delle regioni in base ai colori sta dando risultati. Abbiamo evitato un lockdown generalizzato, misura estrema alla quale ora è costretta la Germania e anche altri Paesi come la Gran Bretagna e l’Olanda. Per fortuna, con queste misure ben calibrate e circoscritte, noi stiamo reggendo bene l’urto di questa seconda ondata. Ovviamente mi addolora il numero dei decessi, che rimane elevato”.
“Questo triste primato dipende dal fatto che l’indice rallenta più lentamente rispetto agli altri Paesi che hanno introdotto il lockdown, la soglia anagrafica della popolazione e altri ancora. Paghiamo anche il fatto di essere stato il primo Paese dell’Occidente investito dalla pandemia, quindi la popolazione è molto provata per i prolungati sacrifici e certo il Paese non può reggere un nuovo lockdown”.
In occasione delle festività natalizie “abbiamo già predisposto un piano dedicato, anche alla luce dei suggerimenti del Comitato Tecnico Scientifico. Ora si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva. Ci stiamo riflettendo in queste ore. Dobbiamo scongiurare a ogni costo una terza ondata, perché sarebbe devastante anche sul piano della perdita di vite umane”.
Sui vaccini altri Paesi sono già alle prime dosi. Da noi quando sarà vaccinato il grosso della popolazione? “Il 29 dicembre Pfizer metterà a disposizione le prime dosi, poi arriveranno quelle di Moderna. Chiaramente riguarderanno il personale sanitario e le categorie più deboli. Per avere un impatto effettivo sull’immunità, secondo gli esperti, la campagna vaccinale deve riguardare tra i 10 milioni e i 15 milioni di persone. Per ottenere questo effetto dobbiamo arrivare alla primavera inoltrata, comunque prima dell’estate”.