Un po’ amareggiata, ma più combattiva e orgogliosa che mai. Consapevole di avere alle sue spalle milioni di italiani nel mondo, che contano sul suo impegno quotidiano per dare risposte concrete alle loro annose richieste, per troppo tempo rimaste senza risposta. Perché lei, invece, li ha sempre ascoltati. Lo ha fatto per tanti anni in tv, sugli schermi di Rai International (poi Rai Italia), prima con “Sportello Italia” e poi con “Cara Francesca”. Oggi continua a farlo tra mille difficoltà dai banchi del Senato della Repubblica. Con la stessa franchezza, umiltà, passione e semplicità.
Perché Francesca Alderisi, parlamentare di Forza Italia eletta in Nord e Centro America il 4 marzo 2018 con quasi 11.000 voti, ha lo stesso volto amico e rassicurante di sempre, quello che i connazionali sparsi ai quattro angoli del globo non hanno mai smesso di amare. Un amore sincero e corrisposto, che ha dato a Francesca la forza di guardare al futuro con entusiasmo, anche nei momenti più bui. Un rapporto solido e profondo, che va al di là della vita professionale: Francesca continua a ricevere centinaia di lettere ed email da ex telespettatori, nel frattempo diventati elettori, ma soprattutto amici affettuosi. Che Francesca continua a difendere senza peli sulla lingua, anche a costo di votare diversamente dal suo stesso partito.
FRUSTRAZIONE PER UN GOVERNO POCO ALL’ASCOLTO
“È stato sicuramente un anno molto impegnativo, non che il lavoro televisivo non lo fosse. Sicuramente, però, immaginavo un lavoro meno fagocitante, organizzato in modo diverso. Ad essere sincera, mi aspettavo un ruolo più operativo. Non sono una politica navigata, lo ammetto, e in tanti mi ripetono che all’opposizione ci si diverte. Invece, a me piace pensare che anche l’opposizione possa incidere sulle politiche e sulle scelte del governo. Ce la metto tutta, però questo governo ci prende davvero poco in considerazione. Basti pensare che è rarissimo che i nostri emendamenti passino. Facciamo una grande fatica a portare la voce degli italiani nel mondo in Parlamento, nonostante il grande lavoro del sottosegretario Riccardo Merlo. Condivido il sogno di Mirko Tremaglia, storico Ministro degli Italiani nel mondo. Per onestà intellettuale, devo ammettere che sento un po’ la frustrazione per la differenza tra il lavoro televisivo, dove a un determinato impegno corrisponde un determinato risultato, e la politica, dove puoi impegnarti quanto vuoi, ma poi ogni iniziativa può essere bloccata sul nascere. Soprattutto se sei in opposizione.
Puoi avere idee meravigliose, ma poi queste spesso si scontrano con le dinamiche politiche. Non ho legislature precedenti alle spalle, però, parlando con i colleghi Senatori, non solo del mio gruppo, in tanti mi dicono che la politica di una volta non era così”.
PRESENTATI DUE PROGETTI DI LEGGE
“Ho proposto due progetti di legge: l’ultimo, di qualche settimana fa, è una misura ‘a costo zero’ per sostenere la diffusione della lingua e della cultura italiana attraverso i fondi provenienti dalla quota dell’8 per mille del gettito IRPEF. Se approvata, consentirà di finanziare progetti a sostegno dei centri di cultura italiana e delle scuole di Italiano oltre confine. Si parla tanto di italiani nel mondo e di sistema Paese: ora sul tavolo c’è una proposta che può dare un aiuto concreto e fondamentale ad un settore centrale e strategico per il nostro futuro. Lingua e Cultura Italiana sono il nostro unico strumento per fare in modo che le generazioni di italiani nel mondo possano sopravvivere. Dove scomparirà la lingua italiana, scompariranno anche gli italiani nel mondo. Soprattutto se si considera che oggi, come rilevano recenti dati, la nostra lingua è la quarta più studiata al mondo. L’altro disegno di legge, per il riacquisto della cittadinanza italiana a favore dei connazionali nati in Italia, che l’hanno persa a seguito dell’espatrio, l’ho depositato circa un anno fa, a pochi giorni dall’inizio della legislatura. Nelle legislature precedenti sono già stati presentati quaranta disegni di legge su questo stesso tema. Cosa che mi porta a pensare che, purtroppo, un tale provvedimento non sarà mai approvato da nessun Parlamento”.
CONTRARIA AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI
“Ogni giorno provo a portare avanti le richieste di chi vive lontano dall’Italia, però devo essere sincera: provo una grande amarezza. Quotidianamente mi confronto con senatori anche di altri gruppi parlamentari e ogni volta mi rendo conto che c’è una grande disinformazione. Spesso veniamo forse visti come sei Senatori ‘diversi’. Tra noi c’è anche il sottosegretario Ricardo Merlo, di cui ho grande stima: è fondamentale avere al governo un parlamentare eletto all’estero, figlio di un emigrante. Questo mi fa ben sperare. In generale, però, l’interesse è scarso. Tanto che, al contrario della Camera, al Senato non riesce ad insediarsi il ‘Comitato per le questioni degli italiani nel mondo’. L’ennesima conferma l’ho avuta durante il dibattito per il taglio dei parlamentari. Io e il collega Sen. Fantetti abbiamo espresso voto contrario. Condividiamo l’idea generale, ma troviamo assurdo che la stessa logica, un mero calcolo aritmetico, venga applicato sul numero degli eletti all’estero. Allo stesso tempo, ho notato che molti associavano a questo discorso immediatamente quello dei brogli elettorali e della modalità di voto che va cambiata. Ma se, per la Circoscrizione Estero, dobbiamo restare quattro Senatori, ed ognuno deve rappresentare circa 1.200.000 elettori, vuol dire che non si ha la percezione dell’importanza dei nostri elettori. Se questa riduzione andasse in porto, inizio a pensare che andrebbe proprio rivista la rappresentanza degli italiani all’estero. Sul sistema di voto, poi, l’Italia è tra i Paesi con più votanti dall’estero. Tra le proposte c’è il voto on line e il registro degli elettori, ma in entrambi i casi ci sono delle criticità e non sono del tutto convinta. Devo ancora fare le mie valutazioni in merito. Per me, comunque, se ragionassimo per logica, il numero dei parlamentari andrebbe aumentato per un semplice motivo: nel 2006 gli iscritti all’Aire erano 3.100.000, mentre oggi sono oltre 5.200.000”.
LA GRANDE FERITA DEI GIOVANI CHE PARTONO
“Se le cose non cambiano, saranno sempre di più i giovani a partire, così saranno sempre di più gli anziani a raggiungere figli e nipoti per godersi una pensione che in alcuni Paesi vale 3-4 volte di più. I giovani che partono, in particolare, rappresentano una grande ferita: li prepariamo, li formiamo e non sempre all’estero, poi, vengono valorizzati per gli studi che hanno compiuto. Sono dei veri e propri talenti che stiamo regalando. E quanti di loro torneranno?”
TREMAGLIA COME “GUIDA SPIRITUALE”
“Se mi sono innamorata degli ‘Italiani nel mondo’, in parte lo devo anche a Mirko Tremaglia: quando l’ho avuto come ospite in Tv, mi ha trasmesso questa passione, questo suo amore verso gli italiani nel mondo, la parte d’Italia che, ancora oggi, ritengo più bella e meravigliosa. In campagna elettorale l’ho definito “guida spirituale”: mi sono candidata ascoltando il cuore, senza pensarci: è stata una scelta d’istinto. Nelle preghiere mi sono affidata proprio a Tremaglia, affinché mi guidasse verso il buon esito delle elezioni”.
IL LEGAME SPECIALE COL NORD E CENTRO AMERICA
“Appena eletta, ho temuto di perdere il legame con il resto del mondo. Invece, sia nel mio blog, www.prontofrancesca.it, che continua a esistere da undici anni, che su Instagram, a cui mi sto dedicando parecchio, oltre che su Facebook, ricevo ancora messaggi anche dal pubblico del Sud America e dell’Australia. Quello col Nord America è stato un amore a prima vista: nei miei sogni di bambina, quando pensavo all’emigrante, la prima cosa che mi veniva in mente era l’America, dopo una traversata oceanica c’era sempre l’America, la stessa dove aveva fatto fortuna il famoso ‘zio d’America’”.
IL FILO DIRETTO CON GLI ELETTORI
“Non amo particolarmente le newsletter (ma questa è un’opinione personale). Chi vuole conoscere la mia attività parlamentare può consultare il sito del Senato: www. senato.it. Utilizzo diversi strumenti di comunicazione: il blog, la pagina Facebook Francesca Alderisi Fans Club e ultimamente anche Instagram, che è una finestra sul mondo dove mi piace mantenere viva anche parte della mia creatività. E poi, naturalmente, le email e le bellissime lettere cartacee che ricevo in Senato”
LA RESIDENZA IN ITALIA COME VALORE AGGIUNTO
“Durante la campagna elettorale, molti hanno criticato il fatto che io sia residente in Italia. In linea di principio, lo capisco anche perché l’iscrizione all’Aire costituiva uno dei principi cardine della Legge Tremaglia che disciplina il voto degli italiani all’estero. Eppure, io mi sento come un’eccezione che conferma la regola. Il mio è un viaggio al contrario: mentre chi risiede all’estero, dalla città in cui vive si sposta a Roma, io da Roma mi sposto nell’ampia ripartizione che rappresento. Un percorso all’inverso. L’eletto all’estero resta, per logica, più legato alla sua città di residenza, allo stato di appartenenza, mentre io penso di avere una visione più globale e inclusiva, proprio grazie al mio distacco, che in questo senso rappresenta un valore aggiunto. Sono stata la più votata negli Stati Uniti, ho preso parecchi voti anche in Canada, ma per me sono altrettanto importanti gli italiani nel Centro America, altra parte di mondo, dove già mi sono recata, inclusa nell’ampia ripartizione. Difficile coniugare questi lunghi viaggi con un’alta presenza in Parlamento e su questo punto sono molto fiera di vantare pochissime assenze in Senato. Certo, la vita privata e familiare non esiste più: non potrei mai fare tutto questo se avessi dei figli o un marito’’.
IL PALINSESTO RAI ITALIA DA RIVEDERE
“Ho incontrato più di una volta il nuovo direttore di Rai Italia, Marco Giudici, al quale ho fatto presente le richieste del pubblico che spesso si lamenta con me per la programmazione. Le problematiche che vive questo canale, che sta oggettivamente soffrendo di un taglio di fondi molto pesante, sono varie. Secondo me, si può migliorare solo puntando su programmi dedicati esclusivamente agli italiani nel mondo. Ai miei tempi, era una Rai International molto più ricca. Quando hai più soldi, puoi fare più programmi con una varietà che può intercettare i gusti di tutti. Sicuramente, in quanto vetrina, Rai Italia deve promuovere l’Italia nel mondo, ma sono dell’idea che questo canale debba avere un occhio di riguardo per i nostri primi emigranti, che sono più legati a questo mezzo. I giovani preferiscono informarsi con altri strumenti. Sono certa che non mancherà occasione di ritornare su questo argomento con il Direttore, che si è mostrato sensibile alle tematiche e disponibile all’ascolto”.
I MOMENTI CARATTERIZZANTI DI QUESTI PRIMI 12 MESI
“L’impatto visivo che ho provato il giorno in cui sono entrata in Senato è paragonabile a quando si entra per la prima volta in uno studio televisivo. L’emiciclo è molto più piccolo di quello che sembra in televisione: lo immaginavo enorme. Non dimenticherò mai la prima volta che ho votato: bisogna prendere dimestichezza con la buca dove infili le dita e ci sono giornate che devi votare fino a 600 emendamenti. Una grande emozione è stato anche il primo giorno in Commissione Istruzione, Cultura, Sport, Spettacolo e Ricerca Scientifica: sono l’unica Senatrice eletta all’estero di questa legislatura a farne parte. Un momento tremendo è stato invece quello dell’approvazione della Legge di bilancio in cui siamo usciti alle 3 di notte, dopo due giorni devastanti. In Aula c’è spesso molto rumore ed è difficile ascoltare gli interventi dei colleghi, tant’è vero che mi sono dovuta procurare delle cuffie per ascoltare meglio i vari interventi. Mi affascina tutta la macchina del Senato, compresi il ruolo dei Commessi ed i riti del cerimoniale. In generale, la giornata-tipo è molto faticosa, anche perché tutto cambia all’improvviso e io invece sono abituata a lavorare con una programmazione come quella che si ha in Nord America”
CATTOLICA NON PRATICANTE, MA CON INGINOCCHIATOIO
“Sono cattolica, anche se non praticante. Nella mia camera da letto ho un bellissimo inginocchiatoio singolo. Prego ogni sera e ogni mattina. Solo la fede ti può far andare avanti. A volte mia madre mi dice che sono raccomandata da Gesù, perché, nei momenti più difficili e incredibili, ci sono stati segnali inequivocabili affinché andassi avanti in questo percorso, che poi mi ha portato al Senato. Molte volte nella preghiera ho chiesto un segnale se dovessi concludere il mio cammino accanto agli italiani nel mondo. La mia candidatura politica è stata anche una rivincita personale, un altro modo di stare vicina agli italiani nel mondo, dopo la chiusura di “CARA FRANCESCA”, su Rai International”.
L’INCONTRO CON IL PAPA
“Da tempo custodivo nel cuore il desiderio di incontrare Papa Francesco. La cosa bella è stata che ho potuto dirgli che mi occupo di emigranti e ho potuto donargli un manoscritto di un emigrato italo-argentino. Quest’opera unica, un ciclostilato, regalo di un telespettatore la cui storia ho raccontato anni fa a Rai International, è il ritratto del patrimonio umano rappresentato dall’Emigrazione italiana. È simbolo della sintonia dell’anima e del legame che mi avvicina alla storia del Santo Padre, figlio e nipote di emigrati italiani, molto affezionato alla sua terra delle origini. Gli ho chiesto una benedizione: mi ha sorriso e mi ha benedetto. Un Papa speciale”.
LA CONSEGNA DI UN RICONOSCIMENTO AL BARBIERE ITALO-AMERICANO PIÙ ANZIANO DEL MONDO
“Una cosa meravigliosa. Ho letto questa storia, radio e tv del mondo vanno a fargli visita, in quanto modello di longevità e dedizione al lavoro. Quale unico senatore eletto negli Stati Uniti, non potevo non andare a trovarlo nella barberia di Newburgh, a New Windsor, nell’Upstate New York: ho fatto stampare una bellissima targa e ho scritto una frase molto bella: “A Anthony Mancinelli, ammirevole e instancabile lavoratore, nobile figlio dell’Emigrazione Italiana, simbolo dell’Italia che splende oltre confine”. Lui mi ha aperto un mondo, dandomi una grande lezione di vita: emigrato a 8 anni, oggi ne ha 108 di anni, mi ha detto: ‘Nella parte italiana della targa, non sono Anthony, ma Antonio”. Ecco il grande valore delle radici e dell’identità.
ENTRO LA FINE DEL 2019 A MONTREAL
“Sono già stata a Montreal il 2 giugno dello scorso anno, in occasione del concerto di Claudio Baglioni organizzato dal Consolato d’Italia e ho riunito in quell’occasione durante una bellissima cena i lettori del mio blog e telespettatori intervistati a “Cara Francesca”. È stato fantastico! Con l’occasione, porgo un augurio di buon lavoro al nuovo Console che si insedierà a breve. Entro il 2019 verrò a Montréal per una visita “pastorale”: non vengo a fare campagna elettorale o politica. A tale proposito, è curioso che non abbia fatto nemmeno un viaggio durante la campagna elettorale. Una scelta voluta poiché il mio rapporto con il pubblico si è creato negli anni indipendentemente dalla mia ascesa in campo politico. Un signore mi ha detto: ti ho votata per simpatia e riconoscenza. Considerato il numero di voti, credo che non sia stato l’unico a farlo e con un sorriso aggiungo che spesso molti connazionali mi sussurrano di avere votato per me pur avendo idee politiche diverse rispetto al partito a cui appartengo. Porto ancora nel cuore il bagno di folla nel 2009, al Centro LEONARDO Da Vinci. Per me Montreal è un cuore pulsante delle nostre radici’’.
11 VOLTE AL COLUMBUS DAY
“Ho partecipato a 11 parate del Columbus Day di New York. E, a chi vuole cancellarla, dico che non si può cancellare la storia: se anche fossero state delle pagine nere, proprio per quello vanno ricordate. La storia è piena di conquistati e conquistatori”
NEL 2018 PREMIATA COME ‘DONNA DELL’ANNO’ A LONG ISLAND
‘‘Per me rappresenta un importante riconoscimento per quanto fatto durante tutti questi anni: significa che la passione con cui mi sono dedicata agli italiani nel mondo, attraverso i programmi di Rai International e la costante attenzione al rapporto diretto con i nostri connazionali, hanno lasciato un segno che va oltre la mia nomina politica”. Con l’occasione, rivolgo un abbraccio fortissimo a tutte le meravigliose donne italiane che in questo momento leggono le mie parole e si apprestano a festeggiare l’8 marzo”.
L’IMPORTANZA DEL TURISMO DI RITORNO
“Fino a quando gli italiani pagheranno l’IMU sulla loro prima ed unica casa in Italia come fosse la loro seconda, si andrà nella direzione opposta rispetto a quella del turismo di ritorno. Sarà fisiologico che le nuove generazioni venderanno questi immobili per non pagare le tasse in un Paese che non sentiranno più loro. Ci devono essere degli sgravi fiscali a favore degli italiani che spesso mantengono la loro casa nei paesi di origine’’.
COMITES E CGIE DA RIGENERARE
“Non vanno aboliti, ma rigenerati. Nel CGIE, secondo me, dovrebbero convergere due tipologie di forze: la vecchia e la nuova generazione. Il CGIE resta comunque preziosissimo, ma va messo nelle condizioni di essere operativo: se il lavoro dei Parlamentari, del CGIE e dei Comites non porta a risultati concreti perché non siamo ascoltati, allora non serve a nulla”.
GRATITUDINE PER IL MAIE
“Non sono mai stata candidata con il MAIE, Movimento Associativo Italiani all’Estero, ma ne ho fatto parte come figura di raccordo con le nostre collettività all’estero. Sono grata al Sottosegretario Ricardo Merlo che, nel momento in cui mi erano state sbattute in faccia le porte della Tv, grazie al MAIE sono potuta rimanere vicina alla comunità italiana nel mondo. Incontri come quello in Argentina, a Buenos Aires, con 1500 persone, non sarebbero mai stati possibili. È stato uno strumento prezioso per entrare ancora di più nel tessuto delle nostre comunità”.
NEI PROSSIMI 4 ANNI SI NAVIGA A VISTA
“Come mi ha insegnato il mio grande direttore Rai, Massimo Magliaro, si navigherà a vista. Ho capito in questo primo anno che la politica è costantemente in divenire. Lascio il Senato giovedì, e martedì trovo uno scenario completamente diverso. Non voglio prendere in giro nessuno: ho capito che il discorso degli ‘italiani all’estero’ è un nervo, purtroppo, ancora scoperto della politica italiana”
UNA PROMESSA AGLI ITALIANI NEL MONDO
“Resto un loro punto di ascolto, pur non occupandomi in linea generale di casi singoli. In me troveranno uno strumento per portare la loro voce in Parlamento, nonostante i margini di azione limitati. A chi dice che ormai gli italiani all’estero hanno lasciato l’Italia e per questo non possono pretendere più di tanto rispondo che dovrebbero visitare le nostre comunità all’estero. Se l’Italia si svuotasse di metà degli italiani e si riempisse di metà degli italiani all’estero, acquisirebbe maggiore orgoglio nazionale.”