Gli italiani nel mondo in questi giorni stanno già votando per il rinnovo dei Comites, i Comitato degli italiani all’estero. Proprio per parlare di elezioni Comites ItaliaChiamaItalia.it ha raggiunto telefonicamente l’On. Massimo Romagnoli, Presidente del Movimento delle Libertà, forza politica di centrodestra con sede a Bruxelles e che da sempre si batte per la difesa degli interessi degli italiani all’estero e del made in Italy.
Onorevole, innanzitutto, vuole spiegare a quei lettori di ItaliaChiamaItalia che ancora non lo sapessero cosa sono i Comites?
I Comites, istituiti nel 1985, sono organi di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari. Anche attraverso studi e ricerche, essi dovrebbero contribuire ad individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento. Dovrebbero promuovere, in collaborazione con le autorità consolari, con le regioni e con le autonomie locali, nonché con enti, associazioni e comitati operanti nell’ambito della circoscrizione consolare, iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale, con particolare riguardo alla partecipazione dei giovani, alle pari opportunità, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero. I Comites sono anche chiamati a cooperare con l’Autorità consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare.
Qual è il suo giudizio su tali organismi di rappresentanza?
Desidero premettere che in passato sono già stato eletto ai Comites, svolgendo anche la funzione di Presidente e sono stato pure consigliere dell’altro organismo di rappresentanza, il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ndr). Al riguardo, pur esprimendo un giudizio complessivamente positivo sui Comites ed essendomi sempre speso in loro favore, devo riconoscere che sono organismi che soffrono di una serie di problemi che cercherò brevemente di elencare e che, in definitiva, ne minano l’importanza e l’efficacia.
Il primo problema è che manca un effettivo meccanismo partecipativo da parte di quello che dovrebbe essere l’elettorato attivo. Ciò a causa di una scarsa informazione sulla natura dei Comites stessi e di una mancanza di pubblicizzazione da parte sia delle autorità governative che di quelle amministrative.
Le cito, a titolo di esempio, i dati statistici delle precedenti elezioni del 2015, relativi alla circoscrizione europea. Su 1.574.985 di potenziali elettori presenti negli elenchi del Ministero dell’Interno, si sono registrati per il voto solo 75.176 elettori. Di questi, solo 48.033, hanno fatto pervenire in tempo utile il plico elettorale al Consolato di riferimento. Alla fine, i voti validi sono risultati essere solo 41.275.
Nel 2015, l’affluenza fu all’incirca di un misero 4%. Tale dato, provocò grande discredito nei confronti dei Comites che in teoria dovrebbe essere “l’attore” più prossimo ai nostri connazionali all’estero.
Per queste prossime elezioni, i dati ufficiali parlano del 3,76% visto che gli elettori iscritti all’Aire sono 4.732.741, con un incremento del 25 per cento rispetto al 2015 ed un aumento della base elettorale di circa un milione di nuovi iscritti.
Oltre a tale aspetto concernente l’affluenza al voto, quale altra criticità intravede?
Altro problema è rappresentato dalla “qualità” degli eletti ai Comites. Questo aspetto si ricollega a quello appena sopra accennato relativo alla mancata informazione/pubblicizzazione di tali organismi. L’ideale sarebbe quello di coinvolgere, il più possibile, e candidare nelle varie liste Comites, persone capaci, imprenditori, giovani, donne, evitando di presentare persone che sono già state elette e che, in passato, non hanno fatto niente per mancanza di volontà o per incapacità. Se attualmente i Comites non hanno alcun potere e non sono presi in seria considerazione dalle Istituzioni, ciò è dovuto anche al fatto che gli eletti – parlo per la personale conoscenza europea – sono per lo più persone non qualificate e che non hanno mostrato un approccio attivo verso tali organismi rappresentativi.
Ulteriore problema è rappresentato dal meccanismo elettorale che tende a favorire la partecipazione di pochissime liste. Sempre con riferimento al 2015, quelle presentatesi sono state, salvo rare eccezioni, una o due al massimo, con una prevalenza delle liste riferibili alle forze della sinistra.
Onorevole, riguardo la tornata elettorale in corso e che si concluderà il 3 dicembre prossimo, quali altre criticità intravede?
Il meccanismo elettivo dei Comites ha previsto l’opzione partecipativa inversa da parte dell’elettorato attivo. A poter manifestare il proprio voto saranno chiamati solo i cittadini residenti all’estero che si sono registrati in via preventiva presso il portale dei servizi consolari Fast It o attraverso altre modalità. Riguardo a tale meccanismo, mi sento di esprimere legittimi dubbi e ritengo si possano intravedere addirittura possibili profili di anticostituzionalità legati al fatto che gli elettori si debbano preregistrare al fine di esercitare un diritto e adempiere al voto.
Mi lasci dire, poi, che da un punto di vista pratico è come se si dovesse affrontare una doppia campagna elettorale. Oltre a quella classica che normalmente viene fatta dalle forze politiche prima delle elezioni, ci siamo dovuti occupare, in via preventiva, anche di sensibilizzare l’elettorato riguardo ai predetti obblighi di registrazione, con un’evidente sovrapposizioni di compiti che in primis spettano ai Consolati.
A ciò si aggiunga che un’alta percentuale degli aventi diritto, non è stata adeguatamente informata e quindi, di fatto, non potrà votare.
Ritengo che votare rappresenti un diritto e dovrebbe esercitarsi in modo semplice ed efficace.
Per concludere, On. Romagnoli, che cosa si aspetta dalle prossime elezioni Comites?
Il mio auspicio è che gli elettori comprendano fino in fondo l’importanza di tali Comitati nei quali, nonostante tutto, credo fermamente. Sono convinto che la difesa degli interessi degli italiani all’estero, della tutela dei prodotti nazionali così come del made in Italy, possa trovare espressione anche in tali sedi, oltre che in quelle istituzionali, e perciò debba essere sostenuta da persone qualificate e capaci che, come Movimento delle Libertà, abbiamo presentato.