Salvatore De Meo, europarlamentare azzurro, responsabile del dipartimento Italiani nel mondo di Forza Italia. Soddisfatto del risultato elettorale del centrodestra, e di Forza Italia, all’estero?
Noi siamo partiti consapevoli di avere strutture diverse dai partiti di centrosinistra. Abbiamo condiviso un progetto che guarda al medio e lungo termine. Ringrazio tutti i candidati, in particolare quelli di Forza Italia, per l’impegno profuso in campagna elettorale. Forse mi aspettavo qualcosa in più in termini di risultati, ma rivendichiamo di aver fatto un grande lavoro alla luce del sole, con una rete reale, umana, con tanti amici che si sono convinti del fatto che Fi possa essere il partito del centrodestra che meglio li rappresenta all’estero.
Nel 2018 il centrodestra ha eletto cinque parlamentari, questa volta soltanto due. Nel 2018 Forza Italia ha eletto un senatore e un deputato, questa volta è rimasta a bocca asciutta…
Sicuramente bisogna prendere atto di questi dati e insistere con tutti i referenti a lavorare ancora di più, per rafforzarsi; fare questo, sapendo che siamo di fronte a un sistema, quello del meccanismo che regola il voto degli italiani nel mondo, che fa acqua da tutte le parti. Inoltre, mentre in Italia abbiamo i listini bloccati, all’estero esistono ancora le preferenze: un sistema che si presta a essere oggetto di situazioni poco chiare. Mi auguro che il nuovo governo capisca che agli italiani nel mondo debba essere riconosciuto un valore aggiunto e che quindi devono avere un sistema elettorale che garantisca una vera rappresentatività. Quello di una necessaria riforma del voto all’estero è un tema che Fi ha già posto all’attenzione del centrodestra e del prossimo governo.
Condivide dunque l’opinione di Roberto Menia, che a colloquio con Italiachiamaitalia.it ha parlato della necessità di avere liste bloccate oltre confine?
Assolutamente sì. Le preferenze mettono in moto meccanismi non sempre chiari. Non possiamo essere complici di un sistema che invece dobbiamo uniformare. Si deve considerare una modifica del sistema complessivo ma anche della modalità di voto, che deve essere diversa da quella attuale.
Francesca Alderisi, senatrice uscente, non si è ricandidata. Eppure, nel 2018 è stata lei, con i suoi 11mila voti di preferenze, a trascinare la lista del centrodestra in Nord e Centro America, che è arrivata prima prendendo senatore e deputato. Ma Forza Italia ha provato a far cambiare idea a Francesca? A coinvolgerla?
Nel primo contatto che ho avuto con lei mi ha subito anticipato un momento di riflessione che la stava portando alla decisione di non candidarsi. Mi sembrava scontato non chiederle qualcosa contro natura.
I più maligni dicono che in realtà le liste del centrodestra all’estero siano state fatte male, un po’ a caso…
Non credo. Credo invece che tutti i candidati siano stati protagonisti. Secondo me Forza Italia, come tutto il centrodestra, deve strutturarsi di più oltre confine. Bisogna tener vivo il rapporto con le comunità italiane e non ricordarsi degli italiani nel mondo solo in occasione di appuntamenti elettorali.
Come guarda al futuro il dipartimento Italiani nel mondo di Fi?
Proseguiremo nel nostro lavoro. Ho già in agenda vari appuntamenti, per i prossimi giorni, con i coordinatori azzurri all’estero. Mi auguro che con il prossimo governo si creino le condizioni perché il centrodestra possa risultare credibile anche oltre confine.
Fucsia Nissoli ha perso il seggio… E’ giusto che rimanga coordinatrice azzurra o Fi in Nord e Centro America ha in mente una ristrutturazione?
Credo che l’On. Nissoli abbia fatto un ottimo lavoro, anche nella sua funzione di parlamentare. Tante persone le hanno riconosciuto la capacità di essere presente. Non abbiamo pensato a nessuna riorganizzazione: il risultato va metabolizzato e messo sul tavolo con chi ne ha fatto un suo punto di forza. Adesso è il momento di trovare il modo di proseguire, senza disperdere quanto realizzato finora.
Ritorniamo al voto all’estero. Il prossimo Parlamento, il prossimo governo, si occuperà di metterlo in sicurezza una volta per tutte?
Tra qualche giorno si insedierà un governo a cui gli italiani hanno dato grande fiducia. Non possono più esserci alibi. Dobbiamo mettere in campo soluzioni concrete in Italia, con tutto quello che sta accadendo tra caro bollette e guerra in Ucraina; ma dobbiamo anche fare attività di programmazione e rivedere questo sistema di voto all’estero. E’ necessario tenere vivo il legame con gli italiani nel mondo. Berlusconi ha parlato di un ministero per gli italiani nel mondo, così come aveva fatto nel 2018. Ministero o no, è comunque necessario avere una figura che si occupi in maniera esclusiva di tutte le tematiche care al mondo degli italiani che vivono all’estero: fiscalità, rete consolare, cultura italiana, made in Italy e tanto altro.
Una alleanza tra MAIE e centrodestra avrebbe vinto le elezioni all’estero. Ci avete pensato? Avevate valutato l’ipotesi di una alleanza simile, prima che iniziasse la campagna elettorale?
Personalmente ho trovato un percorso già tracciato, ma non mi è sembrato che fosse mai stata messa sul tavolo questa idea. Del resto, a quei movimenti conviene così, la domanda andrebbe posta al MAIE… Sono movimenti che hanno fatto la loro fortuna mettendo in evidenza le differenze tra loro e i partiti tradizionali, quando in realtà abbiamo avuto dimostrazione che non sono altro che formazioni politiche come le altre, con tutti gli aspetti positivi e negativi.