L’Italia è un Paese pieno di cervelli con grandi idee. Molto spesso queste idee vengono realizzate e si trasformano in progetti di successo all’estero. La storia di questa settimana é la storia di uno di noi, la storia di un italiano che, anche se imprenditore di successo, rimane un siciliano con le radici nella terra madre, nella nostra Italia.
La storia di un italiano che ha saputo farcela in una terra straniera come quella tedesca, lasciando l’Italia quando aveva solo 13 anni. I primi lavori svolti, sono stati quelli di operaio insieme a suo padre. Oggi, a capo di una serie di aziende, il Cavalier Damiano Ferraro sta raccogliendo i frutti dei sacrifici fatti. Cavaliere perché qualche anno fa il Presidente della Repubblica lo ha insignito di tale onorificenza.
Cavalier Ferraro, ci può raccontare la Sua vita?
I primi anni della mia vita li ho passati in Sicilia, dove sono nato. All’età di 13 anni mi sono trasferito in Germania, dove ho raggiunto mio padre. La mia infanzia è stata bella e spensierata. Una volta arrivati in Germania e crescendo in una terra che non era la mia, ho fatto – o meglio abbiamo fatto – tanti sacrifici.
Ne è valsa la pena?
Oggi, mi sento di dire di sì, senza esitazioni. Abbiamo fatto tanti sacrifici per essere dove siamo oggi. E dico abbiamo fatto, perché i miei genitori hanno lavorato tantissimo per poterci mantenere e consentire di progredire e di affermarci.
La Ferraro Group è oggi un’azienda molto importante in Germania. Di cosa si occupa precisamente?
La Ferraro Group conta circa 16 aziende specializzate nella progettazione, nella compravendita di terreni ed immobili, nello smantellamento, la demolizione industriale, lo smontaggio dell’amianto e la decontaminazione.
Ci racconta i Suoi primi passi da imprenditore?
Nel 1977 lavoravo per un’azienda che non ci pagava da un po’ di tempo. Presi coraggio e mi inventai un ruolo da dirigente, guadagnandomi così la fiducia dei superiori. La proprietà mi affidò il ruolo di gestire lavori in subappalto. Da quel momento è iniziata la mia vita da imprenditore.
Qual è stato il momento più importante della Sua vita?
Ci sono stati tanti momenti importanti, ma se proprio devo sceglierne uno allora penso al giorno in cui ho acquistato, da proprietario, lo stabilimento dove mio padre lavorava da operaio.
Ci sono italiani che lavorano nella Sue aziende?
Ovviamente sì, ci sono diversi italiani che lavorano con noi. Ho dato e continuo a dare la stessa possibilità che è stata concessa a me. Le porte delle mie aziende sono sempre aperte per tutti gli italiani che lasciano l’Italia cercando un’opportunità all’estero.
Il mese scorso, Le è stata conferita dalla Confederazione imprenditori italiani in Europa (CONFIINE) l’onorificenza di “Ambasciatore degli imprenditori italiani in Europa”. Cosa significa per Lei questo titolo che, ricordiamo, è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio?
Nel 2008, il titolo di Cavaliere, dal Presidente della Repubblica mi ha già fornito una soddisfazione immensa. Per il secondo riconoscimento a cui si riferisce la domanda, devo ringraziare, invece, il Presidente della CONFIINE, l’on. le Massimo Romagnoli. L’avermi attribuito il titolo di “Ambasciatore degli imprenditori italiani in Europa” è un grande riconoscimento e sono veramente onorato per questa, ulteriore, importante onorificenza. Tale testimonianza, mi completa ancor più e mi rafforza sul ruolo e sull’importanza del mio impegno, del mio lavoro, dei miei sacrifici.
Quali sono le priorità in questo momento per i piccoli, medi e grandi imprenditori italiani all’estero come Lei?
In questo momento così difficile, così complicato, molte persone hanno paura di perdere il proprio lavoro, molte lo hanno già perso. Noi imprenditori abbiamo il compito di “tenere duro”. Le nostre imprese, piccole, medie o grandi che siano, debbono profondere uno sforzo ulteriore e suppletivo. Ma soprattutto, noi, operatori economici, non dobbiamo abbatterci e dobbiamo sperare, anche attraverso il nostro lavoro e il nostro impegno, che questa situazione, questa emergenza, passino il prima possibile e che si possa presto tornare alla normalità. Questo è il mio sincero augurio ed il mio auspicio, per l’Italia, per l’Europa, per il resto del Mondo.