Diana Spedicato, avvocato, candidata capolista al Comites di Santo Domingo con la Lista italo-dominicana Diritti e Solidarietà. Perché hai deciso di scendere in campo e quindi candidarti a queste elezioni del Comites?
Innanzitutto ritengo che tutti gli italiani in Repubblica Dominicana meritino di avere a disposizione un’istituzione che li rappresenti che funzioni, ovvero: che sia raggiungibile e alla portata di tutti, formata da persone competenti, presenti e disponibili nei confronti dei connazionali qui residenti, persone che siano in grado di relazionarsi in modo efficace nei rapporti con la nostra ambasciata e con le istituzioni locali dominicane, diventando un punto di riferimento affidabile e solido in grado di tutelare i diritti degli italiani in Repubblica Dominicana. Questo è l’importante ruolo che appartiene al Comites, del quale però purtroppo fino ad oggi non si è sentita la presenza; anzi, la maggior parte degli italiani nemmeno sapevano che esistesse un’istituzione del genere, per cui è evidente che sia necessario un profondo cambiamento.
Essere eletta nel Comites mi darebbe l’opportunità di dare il mio contributo, con impegno e passione, per attuare questo necessario cambiamento mettendo al servizio della comunità l’esperienza, le competenze e le conoscenze che ho maturato in questi anni; continuerei naturalmente a svolgere, dentro il Comites, l’attività di orientamento, assistenza e interfaccia per i connazionali con le istituzioni pubbliche, che da sempre svolgo come privato, però sarà potenziata dal fatto di poter lavorare su base istituzionale, rendendo il lavoro svolto più efficace per portare un miglioramento concreto nei servizi e nella tutela dei nostri diritti.
Credo fermamente che abbiamo bisogno di un Comites che possa essere davvero al servizio di tutti noi italiani e non di interessi personali o di secondi fini, un Comites che continuerà ad esserci e a difendere i nostri diritti anche dopo le elezioni, cosa che può verificarsi solo se gli eletti hanno una storia, durante la quale hanno sempre dimostrato di avere passione per il servizio verso i connazionali, e non all’improvviso, dal nulla, da poco prima delle elezioni.
Da quanto tempo vivi a Santo Domingo e di cosa ti occupi nella vita?
Vivo a Santo Domingo stabilmente da circa dieci anni, ma conosco la Repubblica Dominicana dal 2004. In Repubblica Dominicana svolgo la professione di avvocato, sono sposata con un dominicano e non abbiamo figli. Nel corso degli anni, in parallelo alla professione di avvocato, ho svolto una continua attività volontaria di orientamento e informazione verso i connazionali, soprattutto per chiarire temi burocratici e legali che sono quelli più vicini al mio lavoro, ma anche riguardante aspetti vari della vita in Repubblica Dominicana, spinta soprattutto dalla passione per la difesa dei diritti delle persone e dal desiderio di evitare che rimanessero abbandonate a se stesse, potendo finire facilmente nelle mani sbagliate ed essere vittime di inganni, dato che in questo paese è molto frequente ricevere false promesse e speranze, soprattutto quando si ha grande necessità di risolvere un problema.
Inoltre ho partecipato insieme ad altre persone all’organizzazione e promozione di iniziative di aggregazione della comunità e da qualche anno faccio parte del direttivo di un’associazione senza scopo di lucro che assiste gli italiani in situazioni di emergenza e necessità, qui in Repubblica Dominicana.
Gestisci uno dei gruppi Facebook più frequentati e seguiti dagli italiani della RD ma non solo. Quali sono le richieste più frequenti che ti vengono rivolte?
Il gruppo Facebook è nato nel 2014 come punto di incontro virtuale tra italiani residenti e simpatizzanti della Repubblica Dominicana, con l’obiettivo di condividere domande e risposte utili su temi di interesse riguardanti questo paese, puntando a mantenere uno standard di affidabilità e serietà dell’informazione fornita.
Le richieste più frequenti che mi vengono rivolte spaziano dalle possibilità di regolarizzare il proprio status migratorio in Repubblica Dominicana alle modalità per poter lavorare o aprire un’attività in Repubblica Dominicana; inoltre sono sempre presenti richieste di aiuto e chiarimenti sulle normative del paese e come difendersi o agire in determinate situazioni, le regole in vigore per i viaggi, richieste di assistenza sull’utilizzo dei servizi consolari, richieste di soluzione di problemi di varia natura e tante domande su diversi aspetti della vita quotidiana in Repubblica Dominicana.
Fai parte della Fondazione di Solidarietà Italiana, sei tra i soci fondatori. Con la Fondazione avete avuto l’opportunità di aiutare davvero tanti connazionali in RD. Brevemente, ce ne vuoi parlare?
Aver partecipato alla creazione e fare tuttora parte di questo progetto di solidarietà tra italiani è per me un’esperienza bellissima, che mi arricchisce tanto dal punto di vista umano e mi ha confermato che se si lavora uniti, insieme, si può fare tanto. Abbiamo aiutato tante persone in situazioni di emergenza e necessità estrema, in diversi modi: alcuni hanno ricevuto assistenza per sbloccare delle situazioni burocratiche, alcuni altri hanno ricevuto un aiuto per rimpatriare, in altri casi abbiamo coperto le spese di alimenti, medicinali e cure d’emergenza per anziani con problemi di salute e famiglie con bambini. Durante il periodo della pandemia, a causa delle difficoltà che questa ha creato, abbiamo avuto un aumento nel numero di richieste ed abbiamo continuato a lavorare incessantemente per cercare di soddisfarle.
Approfitto dell’occasione per ringraziare i privati, persone e aziende, che con le loro donazioni, la loro generosità, hanno contribuito a rendere possibile questa realtà.
La vostra è una lista civica, apartitica. In ogni caso tu ricopri un ruolo importante nel MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero, la prima forza politica a battersi contro la chiusura e poi per la riapertura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo. Quanto è stato importante per la comunità italiana tutta vincere quella battaglia?
La vittoria della battaglia per la riapertura dell’Ambasciata è stato un risultato importantissimo per tutta la comunità italiana in Repubblica Dominicana, posto che la presenza italiana in Repubblica Dominicana è talmente importante che sarebbe assolutamente impensabile rimanere senza una rappresentanza diplomatico-consolare in questo paese. E’ stata anche la molla che mi ha spinto a far parte della squadra del MAIE nel ruolo di responsabile diritti e doveri per gli italiani all’estero del Nord e Centro America, perché, nonostante la mia diffidenza di sempre nei confronti della politica di partito, ho capito che se vogliamo che le nostre azioni e proposte producano dei risultati importanti per tutti e non cadano nel vuoto, non si può lavorare da soli, è necessario unirsi e cooperare, soprattutto quando si ha la fortuna di avere dei rappresentanti in Parlamento che non fanno parte dei partiti romani ma sono lì per rappresentare a Roma i diritti di tutti noi italiani all’estero, e che quindi possono portare avanti in maniera efficace e dare un seguito alle richieste ed esigenze della nostra comunità italiana residente all’estero.
La comunità italiana della RD è interessata, a tuo modo di vedere, a queste elezioni Comites?
Da quanto è emerso, la comunità italiana in Repubblica Dominicana si è mostrata decisamente sensibile al tema delle elezioni del Comites, in quanto il numero di optanti (richiedenti l’iscrizione al voto) è ben al di sopra della media mondiale.
Com’è per una donna vivere in un Paese “machista” come la RD? Quali difficoltà, se ce ne sono o ce ne sono state, nel mondo del lavoro e nella vita in generale?
Sicuramente vivere in un paese machista come la RD è una continua sfida, ogni giorno, nella quale c’è bisogno di tenacia, costanza e perseveranza, perché sia nel lavoro che nella vita in generale la donna, soprattutto la professionista, deve imparare a gestire con intelligenza il fatto di essere donna, per fare in modo che non si converta in un ostacolo: deve imparare a entrare con molta delicatezza e in punta di piedi nei vari ambienti e posizioni, prima di poter esprimere tutto il proprio potenziale e potersi affermare appieno col proprio carattere. E soprattutto, per arrivare a essere considerata alla pari, deve lavorare e dimostrare il triplo di quanto fanno i colleghi uomini.
I candidati della vostra lista sono tutte persone che da tempo vivono nell’isola caraibica, liberi professionisti, operatori del sociale, del mondo della cultura e dell’impresa. Una squadra eterogenea e rappresentativa della comunità italiana in RD. Vuoi spiegare ai nostri lettori i tre obiettivi principali che vi proponete come lista candidata al Comites?
Gli obiettivi principali della nostra lista, la Lista Italo-Dominicana Diritti e Solidarietà, sono racchiusi nel nome stesso. In primo luogo vogliamo rappresentare tutta la comunità italiana in Repubblica Dominicana, una comunità eterogenea composta da persone di tutte le età e provenienze, con diverse problematiche ed esigenze; abbiamo italiani emigrati all’estero di prima generazione e italo-discendenti, i cui genitori, nonni o antenati si sono radicati in Repubblica Dominicana diverse generazioni fa, per un Comites che sia davvero di tutti e per tutti. In secondo luogo, abbiamo l’obiettivo di tutelare i diritti e portare avanti le esigenze della comunità italiana, soprattutto nell’ambito di una gestione valida ed efficace dei rapporti dei connazionali con le istituzioni italiane e dominicane, in modo che abbiano un punto di riferimento chiaro, competente e presente a cui rivolgersi con fiducia. Infine, vogliamo promuovere la solidarietà e l’uguaglianza tra italiani come valori di base per una comunità più forte e coesa, in cui tutti abbiamo voce e siamo importanti allo stesso modo: non devono più esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B.