On. Massimo Romagnoli, presidente MdL. Alla fine lo scorso 3 settembre sono state indette ufficialmente le elezioni dei Comites. Fino all’ultimo il CGIE, per bocca del suo segretario generale Michele Schiavone, ha chiesto il rinvio dell’appuntamento elettorale. Una minoranza all’interno del Consiglio, tuttavia, era di opinione opposta: “Non c’è alcun motivo per rinviare le elezioni dei Comites”, ha detto al nostro giornale Mariano Gazzola, vicesegretario CGIE America Latina. Lei da che parte sta? Bisognava rinviare queste elezioni o è stato giusto farle comunque?
“Personalmente non sto con nessuno, né con il Segretario generale Michele Schiavone, persona che stimo, né con il Vicesegretario Gazzola, che considero una persona di grande intuito politico. Da parte mia dico soltanto che le scadenze si rispettano e bisogna votare, altrimenti si perde di credibilità”.
Il Movimento delle Libertà come si prepara in vista della campagna elettorale? Quali iniziative avete in programma?
“Sono previsti incontri con la comunità italiana in tutta Europa. Vogliamo coinvolgere imprenditori, giovani e donne, candidandoli in tutte le liste che presenteremo ed evitando di candidare persone che sono già state elette e non hanno fatto un bel niente. Perché se oggi i Comites non hanno alcun potere e non sono presi in seria considerazione è perché gli eletti, almeno in Europa, sono tutti delle mezze cartucce”.
Questa naturalmente è una sua opinione, onorevole. Voi come MdL sapete già in quali circoscrizioni consolari presenterete delle vostre liste?
“Sicuramente in Belgio, Germania, Francia e Svizzera”.
Il governo Draghi non sembra essere così amico degli italiani nel mondo. Lei che ne pensa?
“La penso diversamente. Ricordo che anche il Presidente Draghi è stato un italiano all’estero per diversi anni, facendo il presidente della Banca Europea: non le nascondo che sono orgoglioso che in questo periodo di grave crisi politica siamo rappresentati da lui. E poi se veramente non fosse interessato agli italiani nel mondo, non avrebbe fatto votare per i Comites. Certe volte non bisogna andare sempre in TV a fare dichiarazioni in stile Conte; a volte è meglio fare. In silenzio. Dunque no, a parer mio non ha ragione chi dice che l’attuale esecutivo se ne frega degli italiani all’estero”.
Avevamo un eletto all’estero nella stanza dei bottoni, nei governi più recenti, ora invece colui che dovrebbe occuparsi di italiani nel mondo è un romano. Un brutto tuffo nel passato, secondo noi. Secondo lei? Non era meglio nominare Sottosegretario uno dei 18 eletti oltre confine?
“Lei, caro direttore, potrebbe avere anche ragione, ma probabilmente per l’attuale esecutivo nessuno dei 18 eletti all’estero aveva i giusti presupposti per ottenere quel prestigioso incarico; oppure le volontà politiche non l’hanno voluto”.
Parliamo di politica nazionale. Ultimamente Forza Italia, a cui lei è legato da tempo, sembra essere più vicina a Italia Viva e alla parte più moderata del Pd che ai suoi storici alleati, Lega e Fdi. Che sta succedendo?
“Forza Italia è un partito europeista, quindi vicino a coloro che sono pro Europa”.
Come commenta il passaggio del sen. Lucio Malan, storico berlusconiano, al partito di Giorgia Meloni?
“E’ normale… Quando non vieni preso in considerazione, le tue richieste non vengono neanche discusse, si chiama il Presidente e si cambia aria. Sono certo che conoscendo molto bene Malan avrà prima parlato con Berlusconi, facendogli presente i disagi che riscontrava, e poi è andato via da signore”.
Il ministro Giorgetti, numero 2 della Lega, dice che da qui al 2023 succederanno tante cose, tanto sul tavolo politico potrebbe cambiare, anche dal punto di vista delle alleanze. Lei che ne pensa? Come vede il prossimo futuro politico in Italia? Che vuole dire Giorgetti?
“Giorgetti è un politico italiano importante e lungimirante; il prossimo futuro politico in Italia sarà pieno di confusione, come al solito. La verità è che avremmo bisogno di venti Giorgetti e di venti Berlusconi per portare avanti l’Italia; purtroppo sono solo due. Basta pensare alla delusione Conte o a chi ha portato in parlamento il Movimento 5 stelle”.
Romagnoli guarda al 2023 per tornare in Parlamento?
“Non per forza, poiché ho un lavoro che mi soddisfa, un’azienda importante con sedi a Bruxelles, Monaco di Baviera e Podgorica; faccio politica non per lavoro, come tanti, ma per passione. Se gli elettori lo vorranno sì, altrimenti non casca il mondo. Diciamo che mi reputo un politico che capisce le problematiche della gente; il 90% dei politici oggi non hanno mai pagato una bolletta, un affitto, un dipendente. Io so benissimo il significato della parola problema, chi non conosce questo significato o lo conosce solo per sentito dire, come potrebbe risolvere? Se oggi l’Italia sta attraversando una grave crisi, il motivo sta nella classe politica inefficiente”.