“Comites e CGIE? Vanno chiusi”. Si è riacceso con le parole che l’On. Simone Billi ha pronunciato all’ultima riunione del Comites di Londra il dibattito che ruota intorno ai due organismi di rappresentanza degli italiani nel mondo.
Le dichiarazioni del deputato leghista eletto nella ripartizione estera Europa e alla sua prima legislatura non sono piaciute a chi da anni all’estero lavora sul territorio per i connazionali, per tenere unita la collettività italiana.
E’ giusto ricordare che i membri dei Comites e del CGIE non percepiscono alcuno stipendio, si tratta infatti di puro volontariato. E’ il desiderio di partecipare, di assistere la propria gente e di mantenere viva l’italianità ovunque nel mondo che li spinge ad andare avanti in quella che spesso considerano una vera e propria missione.
“Billi non sa di cosa parla, Comites e CGIE sono di fondamentale importanza per le comunità”: questo il messaggio, in estrema sintesi, spedito all’onorevole della Lega da parte di diversi consiglieri e rappresentanti istituzionali.
LE REAZIONI DAL MONDO ALLE DICHIARAZIONI DI BILLI SU COMITES E CGIE
ItaliaChiamaItalia è prima di tutto dibattito e confronto, così abbiamo ritenuto importante sentire proprio colui che ha scatenato questo giro di opinioni.
On. Billi, ha seguito tutta la discussione che si è aperta dopo le sue dichiarazioni a Londra?
Sì, l’ho seguita.
Presidenti di Comites e consiglieri CGIE hanno preso le distanze dalle sue parole e le hanno condannate.
Mi sono confrontato con diverse persone in questi giorni, alcune mi hanno anche detto di essere d’accordo con la mia idea. Altre mi hanno inviato proposte di miglioramento, alcune più fantasiose e altre che non sono male, dei due organismi.
Ma lei è sempre della stessa idea, Comites e CGIE vanno aboliti?
Spero che le mie parole siano uno stimolo per aprire una discussione seria e costruttiva su una eventuale riforma del CGIE e dei Comites.
Ok, ma vanno chiusi o no?
Ho sentito la passione e l’impegno che tante persone che lavorano nei Comites e nel CGIE mettono in ciò che fanno. C’è bisogno di lavorare affinchè sia Comites che CGIE possano essere più efficaci per noi italiani nel mondo. Se si troverà il modo di fare questo, ribadisco ciò che ho detto alla riunione del Comites di Londra: fatemi cambiare idea.
Insomma, lei resta sulla sua posizione.
Ad oggi dico chiudiamo Comites e CGIE. Ma sono disponibile a lavorare con tutti se si vogliono riformare.
Ma perché vorrebbe chiuderli?
Vede, la mia posizione deriva da anni di esperienza sul territorio, qui in Europa, Svizzera, Germania, Inghilterra, dove spesso ho sentito concetti come quelli che ho espresso nel mio video (GUARDA IL VIDEO).
Secondo lei quali sono i punti deboli da affrontare?
Questi sono i punti deboli che secondo me bisogna rivedere dei Comites/CGIE: i COMITES e CGIE non hanno né fondi ne poteri, hanno solo potere consultivo (un parere non vincolante). Sono stati eletti da meno del 3% degli aventi diritto. Pochissimi emigrati hanno avuto a che fare con il Comites o ne hanno sentito parlare. I giovani, sia la nuova generazione che i nuovi arrivi, non sono coinvolti in queste strutture. In definitiva, costano diversi milioni di euro.
Ma…
Dopo aver letto e ascoltato le opinioni di tanti connazionali che con passione lavorano nei Comites e nel CGIE sono disponibile a migliorare queste strutture.
Come, per esempio?
Con gli altri colleghi eletti all’estero stiamo valutando l’ipotesi di una bicamerale per gli italiani nel mondo, che possa affrontare temi importanti per i nostri italiani all’estero, come quello dell’Imu. Ecco, in quella bicamerale si potrebbe parlare anche di riforma Comites e CGIE.
Lei parla di bicamerale, di Imu, di riforme… Ma ci sarà il tempo di farle, certe cose? Pare che questa legislatura sia destinata, comunque vada, a durare molto poco.
E’ vero, c’è una grandissima incertezza. Da parte mia posso dire che mi auguro ci possa essere un governo forte e duraturo, l’Italia ha bisogno di un governo forte che pensi ai problemi del Paese e degli italiani.
Come finirà?
Davvero molto difficile da dire, ci vorrebbe una sfera di cristallo.