On. Simone Billi, deputato della Lega eletto nella ripartizione estera Europa: cosa pensa delle promesse del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla luce delle ultime conferenze stampa? Ritiene possibile il fatto che il premier stia lavorando a un suo partito?
Oramai le conferenza stampa di Conte non si contano più, sembrano dei video da mettere sui social. Non seguono delle azioni, oppure le azioni successive alle conferenze sono completamente diverse da ciò che viene detto. Non so se Conte voglia fare un partito suo, di sicuro fa parte dell’ordinamento democratico del nostro Paese che ogni cittadino possa fondare a una organizzazione politica o aderirvi. Ricordo però che Mario Monti aveva un consenso simile ai tempi dei suo mandato, ha presentato la sua lista e poi ha ottenuto circa il 9% in Italia e il 20% all’estero e questo è dovuto al fatto che all’estero aveva uno spessore e una visibilità diversa nella comunità italiana rispetto ad alcuni paesi d’Europa.
La Lega sembra in caduta libera di consensi rispetto ai mesi pre-Covid a quanto si evince dai sondaggi. C’è qualcosa che non va nelle vostre politiche e nella comunicazione?
La Lega ha perso qualcosa in questi mesi di lockdown perché non siamo potuti scendere in piazza e Salvini non ha potuto continuare il contatto diretto con i suoi elettori. Oggi che la situazione è cambiata e non appena le norme stringenti cominceranno a essere meno restrittive torneremo nei territori a fare campagna elettorale alla nostra maniera, stare a contatto con le gente e sentire le loro istanze proponendo soluzioni. A mio avviso riprenderemo alla grande.
La manifestazione del centrodestra del 2 giugno a Roma è stata molto partecipata. C’è però stato un problema di rispetto delle regole di sicurezza e distanziamento sociale. Non pensa che la politica avrebbe dovuto dare il buon esempio in un momento così delicato? Tajani si è anche scusato per gli assembramenti della manifestazione
Guardi, abbiamo fatto una manifestazione in ogni capoluogo di regione e in diversi capoluoghi di provincia, posso dire che si sono svolte in maniera corretta. A Roma è stato più difficile mantenere il distanziamento perché c’erano i tre leader: Salvini, Meloni e Tajani. Quindi c’è stato un po’ di assembramento, ma è la democrazia, non si può usare come scusa il Covid per limitare le manifestazioni, sennò è un regime dittatoriale.
Lei era presente alla manifestazione in Piazza del Popolo?
Si, ero lì. Ero il giorno prima in Parlamento e sono rimasto a Roma.
L’asse Lega-Fratelli d’Italia sembra saldo. Ma con Forza Italia che succede?
La coalizione di Centrodestra è forte. Noto articoli di una certa stampa di sinistra che cerca di rompere questa forza. Sono articoli strumentali di una stampa strumentale. La coalizione è forte.
Continua il progetto di sviluppo della Carta d’identità digitale per gli italiani all’estero. Il Sottosegretario agli Affari esteri Riccardo Merlo si è speso moltissimo in questo senso.
L’ultima news che ho lanciato alcuni giorni fa sull’argomento è che finora sono state realizzate circa 2.000 carte d’identità elettroniche in Francia, Atene e Vienna. II progetto va avanti e io lo sto continuando a seguire. Lo ritengo un tema molto importante, parlo spessissimo con gli elettori e il problema è sentito, perché con la carta d’identità cartacea diventa difficile interfacciarsi alle frontiere. In particolare per commercianti, esportatori e imprenditori è molto complicato confrontarsi con istituzioni e banche locali del Nord Europa perché accettano con grossa difficoltà la CI cartacea. Soprattutto in Olanda e Germania.
Faccio notare però che la Lega non è più al Governo, eppure il lavoro sulla Carta d’idendità digitale è andato avanti positivamente…
Quando nacque il Governo gialloverde abbiamo lavorato assieme e personalmente mi sono trovato molto bene. Dopo le elezioni europee tutto si è frantumato e non si riusciva più ad andare avanti. Contavano solo i poltronisti, non si riusciva più a governare con loro e abbiamo fatto bene a mollare.
Per quanto riguarda la residenza degli eletti all’estero, ritiene ancora necessaria una riforma sul tema? Spesso ci sono candidati nelle circoscrizioni estere che di fatto vivono in Italia, questo crea un forte scollamento con l’elettorato.
Si, il sistema è da rivedere. Stiamo lavorando per l’istituzione di una bicamerale degli eletti all’estero. Di sicuro sarà un tema che porteremo all’attenzione di questo soggetto. Presenta dei lati positivi e dei lati negativi, è da valutare attentamente.
Ho letto che sta lavorando per il riconoscimento delle qualifiche professionali degli avvocati nel Regno Unito alla luce della Brexit. Cosa può dirci sul tema?
Abbiamo ascoltato queste figure per fornire informazioni importanti alla comunità italiana residente nel Regno Unito. In futuro vorremmo puntare di più su questo sistema di audizioni. Esulano un po’ da un aspetto squisitamente politico ma sono fondamentali per la nostra comunità e possono portare un grosso beneficio per questo settore. L’argomento non è chiaro e necessita un approfondimento.
Un commento sulle vicende americane a proposito della morte di George Floyd. Ritiene che sia un caso isolato o bisogna discutere dei problemi di razzismo negli Usa e in generale nel mondo?
Mi pone una questione molto difficile, siamo ancora sull’onda emotiva. Posso dire che sono vicino alla famiglia di questo afroamericano ma dobbiamo fare passare le settimane per capire con più oggettività il problema. E’ una situazione molto complessa, diciamo che la mentalità americana è molto diversa da quella europea quindi bisogna stare attenti a fare delle valutazioni usandoli come metro di giudizio. Bisogna essere molto cauti.