Nel 2017 sono stati in totale 2.065.787 gli studenti della nostra lingua nel mondo e ben 314.626 in Australia, che si conferma il Paese con il più alto numero di studenti d’italiano in assoluto.
Numeri impressionanti se paragonati alla popolazione in età scolare australiana, che nel censimento 2016 dell’Australian Bureau of Statistics era pari a 4.321.424 persone di età compresa tra i 5 e i 19 anni, e quindi di esse 1 ogni 17 studia l’italiano.
Un dato importante, che premia il lavoro svolto in questi anni dagli enti gestori e proviene da molto lontano: dal patrimonio culturale ereditato dalla forte immigrazione di nostri connazionali, dalle politiche multiculturali che hanno consentito a tutte le lingue di avere una base comunitaria e oggi di trasformarsi in lingua straniera con base comunitaria, e dallo sforzo compiuto per garantire che l’italiano sia lingua prioritaria nei curricula scolastici locali.
Un successo che richiama gli accordi specifici tra la Farnesina e i Ministeri della pubblica istruzione in Australia.
Questa nostra forza è ancora oggi largamente sottovalutata e sottostimata. Nonostante i risultati positivi, infatti, gli investimenti italiani nell’emisfero australe sono stati gradualmente ridotti e questa tendenza negativa ha avuto un effetto immediato nella riduzione dei numeri, che in anni precedenti vedevano la lingua italiana oltre la soglia dei 400mila studenti. Per ovvie ragioni: meno risorse meno formazione, riduzione delle proposte linguistico-culturali e dell’attenzione politica in un momento in cui le lingue asiatiche prevalgono.
Oggi è necessario tornare a investire, premiando quelle realtà che sono pronte ad un ennesimo salto qualitativo sia nella formazione dei docenti che nelle forme di apprendimento.
La qualità dell’insegnamento è stata tenuta alta con la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti, sia presso università italiane che in sede locale con la formazione a distanza o i corsi in immersione. Dal 1990, infine, trenta laureati di università italiane sono veri ambasciatori di lingua e cultura in Australia.
Ora siamo pronti ad una nuova fase “innovativa”, partendo dalla “Buona Scuola”. Infatti, la rete italiana in Australia avvierà un’azione sinergica su progetti innovativi, che per la prima volta prevede la collaborazione tra CO.AS.IT., Camere di Commercio, Istituti di Cultura, Società Dante Alighieri, università, scuole e centri di ricerca e d’eccellenza, oltre che le associazioni italiane più presenti e attive in campo culturale.
Progetti che su proposta del MAECI – in dialogo con quello per i beni culturali e con quello dell’economia – mirino a riflettere la centralità del modello educativo e formativo della scuola italiana in “contesti multiculturali e pluralistici”, fondati sui valori dell’inclusione, dell’interculturalità, della democrazia e della non discriminazione. In altre parole, nel sistema didattico-formativo, anche all’estero, devono essere presenti principi di equità sociale e di apertura multiculturale che rendono rilevante il contributo che può arrivare dall’Australia, dove l’approccio educativo è eminentemente multiculturale.
Occorre, dunque, un collegamento sempre più diretto tra due direzioni strategiche. La prima è l’attuazione degli obiettivi della riforma sulla Buona Scuola, adeguando programmi e contenuti delle attività didattiche e culturali ai criteri generali della nuova legge, oltre alla programmazione di specifiche iniziative tese allo scambio di esperienze, idee e valutazioni generali con il sistema formativo in Australia, sia a livello statale che nazionale.
La seconda consiste nel sintonizzare l’azione degli enti gestori con le linee strategiche della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, braccio operativo della Farnesina in campo linguistico-culturale, scientifico ed economico all’estero.
Credo che l’Australia possa rappresentare un terreno fertile per impostare una nuova strategia per la promozione della cultura italiana da parte del nostro Governo. La sfida che abbiamo davanti è impegnativa, ma se agiremo con determinazione e spirito di collaborazione riusciremo a creare nuove opportunità per la promozione dell’Italia nel mondo.
*vicedirettore del CO.AS.IT., già deputato della Repubblica Italiana