Ho ascoltato con molto interesse l’intervento dell’On. Simone Billi durante l’ultima riunione con il Comites di Londra. Un intervento trasmesso live sul suo profilo Facebook. Due minuti in cui il parlamentare della Lega ha tagliato le gambe ai presenti, in maniera secca e senza batter ciglio.
“Chiudere Comites e Cgie”, questo il riassunto.
Il primo motivo menzionato dall’On. Billi per sostenere la sua proposta é che i Comites non hanno piú senso, in quanto eletti da meno del 3% dell’elettorato. Vorrei peró ricordare all’On. Billi che le ultime elezioni dei Comites si sono svolte con regole del gioco “particolari”, frutto anche della volontá di sperimentare un metodo di voto nuovo da parte del Ministero degli Esteri. Mi riferisco all’inversione dell’opzione (o registro degli elettori).
I Comites sono stati utilizzati come cavie, dopo un disinteresse generale andato avanti per troppo tempo, rendendo piú che mai macchinoso l’esercizio del voto.
Le ultime elezioni per rinnovare i Comites sono inoltre sopraggiunte con 5 anni di ritardo con Consiglieri che, con il passare del tempo, hanno visto spegnersi l’entusiasmo inziale.
Utilizzare come scusa per cancellare i Comites la bassa affluenza durante le ultime elezioni mi ricorda tra l’altro l’argomento che viene usato per promuovere l’abolizione del voto all’estero perché, come fanno notare i benpensanti, in occasione delle politiche “solo” il 30% dell’elettorato esercita il proprio diritto.
Sempre secondo l’On. Billi, chiudere Comites e Cgie significherebbe risparmiare circa tre milioni di euro l’anno. É bene peró sottolineare che non si tratta di denaro che se ne va in stipendi in favore dei Consiglieri dei Comites o dei membri del Cgie.
Sul fatto che bisogna concentrare risorse sul rafforzamento della rete consolare, io e l’On. Billi siamo in sintonia. Non c’é dubbio che la nostra rete consolare ha bisogno di risorse per migliorare i servizi in favore dei connazionali all’estero e se i Comites ed il Cgie devono sacrificarsi da un punto di vista economico, che cosí sia. Questo peró non significa necessariamente cancellare entrambe le istituzioni.
Agli eletti all’estero MEZZO MILIONE DI EURO per due mesi di vacanze romane
L’On. Billi ammette che in passato i Comites sono stati molto utili. Sempre secondo il parlamentare eletto in Europa peró, oggi non lo sono piú. Io sono convinto che, in un momento in cui vi sono sempre piú enormi distanze ed incomprensioni tra i cittadini e le sedi diplomatiche e consolari all’estero, una rappresentanza istituzionale eletta dai connazionali sia piú che mai necessaria.
Da circa un anno e mezzo sono Segretario Comites. Io e gli altri consiglieri residenti nel paese in cui risiedo, la Repubblica Dominicana, dedichiamo parte del nostro tempo cercando di presentare le istanze dei cittadini per puro spirito di servizio. Credo che il nostro lavoro non sia stato vano fino ad ora, nonostante le limitazioni che la legge ci impone.
Fa male sentire un nostro rappresentante all’estero chiedere di cancellare quel poco che é stato ottenuto a livello istituzionale negli ultimi 50 anni. Sminuisce il nostro lavoro, che svolgiamo con passione.
Se c’é bisogno di un sacrificio economico attraverso ulteriori tagli ai fondi erogati in favore di Comites e Cgie (che tuttavia, è bene ricordarlo, sono alla canna del gas), parliamone. Peró non é assolutamente necessario eliminare la voce istituzionale degli italiani all’estero; ragionerei piuttosto sulla possibilitá di una riforma che ne dia piú poteri e funzioni.
On. Billi, ripartiamo dalle persone. Dalla loro passione. Dalla loro volontá di migliorare le condizioni della propria comunitá all’estero. Cerchi per favore di non disincentivare la partecipazione della comunitá in ambiti istituzionali che possono essere di utilitá per tutti. Consideri piuttosto la possibilità di una riforma seria, che permetta a Comites e Cgie di avere piú facoltá ed incisivitá nelle decisioni che hanno a che vedere con l’interesse della collettivitá.