“Dante e’ un’icona del genio italiano. Rappresenta la sconfinata ricchezza del nostro patrimonio culturale, che fa del nostro modo di vivere un unicum nel mondo. L’insegnamento di Dante va oltre i vincoli spaziali e temporali. Il contributo del sommo poeta non riguarda solo la lingua italiana, ma lasciandoci figure come Francesca da Rimini, Virgilio o Beatrice incarna l’immaginario universale”. Cosi’ il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, intervenuto alla presentazione di ‘Dante 700 nel mondo’, la rassegna di oltre 500 iniziative che la Farnesina promuovera’ attraverso la sua rete diplomatico-consolare e gli Istituti di cultura all’estero per celebrare i sette secoli dalla morte di Dante Alighieri.
A queste iniziative, ha spiegato Di Maio, contribuiscono anche “le comunita’ all’estero”, poi “la Societa’ ‘Dante Alighieri’, l’Accademia della Crusca e la Rai”, a cui si aggiungono “il Consiglio generale degli italiani all’estero, le universita’ e gli istituti di ricerca”. L’obiettivo secondo il ministro e’ “offrire un’eplorazione articolata dell’opera dantesca mediante esposizioni pittoriche, seminari, concerti ed esperienze storiche”, che si aprira’ il 25 marzo attraverso la ricorrenza del Dantedi’ e si concludera’ ad ottobre, “con la XXI Settimana della lingua italiana”.
Tema scelto quest’anno, “Dante l’italiano”, una rassegna che, ha sottolineato Di Maio, “se da un lato coincide con un anniversario speciale cade anche in un momento storico particolare”.
Di Maio ha parlato della pandemia di Covid-19, “che ci ha imposto di ripensare il modo di relazionarci all’altro e fare cultura”. Il ministro ha aggiunto che “anche la Farnesina ha raccolto questa sfida” e sottolineato che grazie alle innovazioni offerte dal digitale “siamo in grado di raggiungere un pubblico piu’ vario ed ampio, in Italia e all’estero”. Tali sviluppi, secondo Di Maio, “lasceranno un segno anche dopo la crisi”. Un modo in piu’, ha concluso il ministro, “per confermare la resilienza dell’Italia anche attraverso la sua cultura”.