“L’eliminazione di 57 lettorati nei programmi di intervento per la promozione della lingua e cultura italiane nel mondo per l’anno scolastico 2015-2016 è il frutto di una decisione errata e grave che non può passare sotto silenzio”. Così Marco Fedi, deputato del Pd eletto all’estero e residente in Australia.
“L’Amministrazione del MAECI, con l’avallo dei responsabili politici del settore, ha deciso di gestire la riduzione del contingente di personale scolastico inviato all’estero – prosegue Fedi – praticamente potando in buona parte uno dei rami essenziali della presenza della cultura italiana nel mondo, i lettorati appunto, che pure si sono dimostrati negli specifici contesti in cui hanno operato uno degli innesti più fecondi nei sistemi universitari di tanti Paesi stranieri”.
Per Fedi, sempre più critico nei confronti di questa Farnesina e dell’attuale esecutivo, “MAECI e Governo sono fuori strada: privilegiano i costi amministrativi ai lettorati. La riduzione del contingente scolastico all’estero è grave. Aver accelerato i tempi è gravissimo. Non avere tenuto conto di un parere espresso dalla III Commissione Esteri della Camera che chiedeva di distinguere tra lettorati e contingente scolastico, tutti importanti ma impegnati su aspetti profondamente diversi della diffusione e promozione di lingua e cultura, è stato un errore politico e una disattenzione da parte del Governo nei confronti del Parlamento”.
“Non è il caso di edulcorare la gravità di una tale decisione con l’affermazione, più volte udita, che la responsabilità della riduzione del contingente è del Parlamento, che ha inserito questa misura in finanziaria e ha dunque legato le mani all’Amministrazione. Non ho esitazione a dire – sostiene il deputato dem – che quella decisione, assunta per altro in termini puramente quantitativi, è stata sommaria e sostanzialmente sbagliata. Tra l’altro, di fatto è diventata un modo per eludere una politica di vera spending review, nella quale doveva essere inquadrata”.
Tuttavia, concede Fedi, “è pur vero che l’Amministrazione e i titolari politici del MAECI sono tenuti a gestire una tale misura, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo. E in questi anni, di fatto, è avvenuto che non solo i tempi di riduzione del contingente sono stati anticipati di un anno, ma che sono sguarnite numerose postazioni di alto valore qualitativo, che dovevano essere invece preservate e semmai sviluppate. Tre queste i lettorati, che servono a far vivere quotidianamente l’italianità nei maggiori centri accademici del mondo e aiutano a moltiplicare la ricerca e lo studio della storia e della cultura italiana tra generazioni di giovani che si accingono a diventare classe dirigente nei loro Paesi. Senza trascurare gli effetti indotti sul piano degli scambi e del turismo che da una tale attività può derivare”.
La verità, secondo Marco Fedi, è che “ci si è accaniti a mutilare questo filone di presenza culturale, risparmiando altri filoni di natura amministrativa e interrompendo in molti casi la catena formativa che partendo dai livelli di base trova il suo naturale coronamento in quello universitario. In questo modo, non si è rispettato un preciso orientamento della Commissione Esteri della Camera che aveva indicato l’opportunità di tenere distinta la riduzione del contingente dalla presenza dei lettori nelle università straniere”.
Insomma, l’eletto oltre confine bacchetta senza mezzi termini ministero degli Esteri e governo, poi ribadisce: “Si tratta di un errore strategico che va recuperato e prontamente corretto. È questo l’invito che rivolgo ai responsabili politici del Ministero e all’Amministrazione. In ogni caso – assicura – non perderò occasione per riproporre in Parlamento la questione, con la speranza che non si debba sempre inseguire decisioni discutibili, ma ci si possa confrontare con il Governo su politiche organiche, magari in occasione di un’ormai improcrastinabile riforma di sistema”.
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